L’Espresso ha scoperchiato una botola che mostra l’inferno.
“Il principio di realtà è un paradigma sopravvalutato. La realtà è una percezione, un racconto ben fatto. E oggi noi della lega e quelli della Casaleggio costruiamo la realtà più credibile”.
“Attacchiamo i giornali per creare contrapposizione, ma sappiamo che non contano più nulla. Le nostre pagine raggiungono dieci milioni di spettatori”.
“Quanti leggeranno l’articolo che stai scrivendo? Se sei fortunato qualcuno si soffermerà sul titolo, al massimo sulle prime righe. E se metti questa mia dichiarazione alla fine del pezzo, puoi stare sicuro che non la leggerà quasi nessuno”.
Sono alcune delle tracotanti, sarcastiche testimonianze raccolte da Emiliano Fittipaldi nel suo viaggio nel “Ministero della Propaganda” dei due gruppi che ora comandano in Italia. Un incubo che immaginavamo ma che non conoscevano così raccontato senza pudore dai nuovi padroni: si sentono vittoriosi e hanno l’aria di chi oltre che vincere vuole anche trionfare, nel senso latino di trionfo, cioè distruzione e umiliazione pubblica degli avversari.
L’informazione vera, fatta di onestà, competenza e sacrificio, è frammentata in un arcipelago le cui isolette sono assediate dal mare della menzogna organizzata.
Leggi l’articolo sull’ultimo numero dell’Espresso e forse condividerai questa mia terrorizzata riflessione. Non esiste più una certezza antica, cioè il bambino di Andersen che, quando lo scandalo e la mistificazione parolaia dello scandalo sono sotto gli occhi del popolo, urla stupito nella sua innocenza: “Ma non lo vedete? Il re è nudo?”. Adesso i genitori gli darebbero uno schiaffo e gli direbbero: “Stai zitto, coglione, e non ti mettere in mezzo ai discorsi dei grandi”.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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