Dite la verità e non fate finta di nascondervi: chi ha letto un libro di Liala? Lo so, lo so che siete scettici, indisposti e pronti al dileggio, ma le cose non sono così semplici. Liala, nata il 31 marzo del 1897 ebbe una vita molto lunga (visse fino all’età di 95 anni) e scrisse numerosi romanzi (qualcuno dice oltre cento, compresi molti inediti). Detto questo vi chiedo: avete mai letto un romanzo di Liala?Confesso di averlo fatto negli anni ottanta, quando me lo propose una mia zia che amava anche i fotoromanzi Lancio. Era d’estate e nelle serate assolate e dolcemente noiose e incappai in “vecchio smoking” pubblicato da Sonzogno. Ricordo solo la storia di un uomo spiantato che sposa una donna ricchissima della quale non è innamorato. Incontrerà, invece, una umile sarta che farà breccia nel suo cuore. Insomma, una storia così così, senza troppa enfasi, con descrizioni molto attente e ricercate e il famoso lieto fine. Direte: ma non ti vergogni? E perché? Non lo faccio, anche perché in questi giorni ho visto la seconda stagione della serie “Bridgerton”, dove tutto ruota intorno al pettegolezzo della corte inglese agli inizi del 1800 tra persone che non lavorano da sempre. Continuerete a dire: E non ti vergogni? Vi rispondo ancora più schiettamente: non ci penso neppure. Come credete si possano costruire le storie se non siete passati da Omero, Gadda, Manzoni ed Eco? Ma, soprattutto: come potete inventare piccole gioie se non siete passati da Liala e da Bridgerton, fotoromanzi Lancio compresi? Suvvia, ammettetelo. Siete più cuccioli di quanto voi immaginiate; anche se conoscete a memoria Eskimo di Guccini non vergognatevi di fare il tifo per la bella Kate innamorata del Visconte Anthony. Perché anche il lieto fine fa parte delle piccole bellezze della vita. E io so che la pensate così, ma non lo ammetterete mai.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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