Ho avuto una maestra comunista. Mi ha insegnato a rispettare tutti i miei amichetti di scuola, a non rubare le merendine al compagno di banco e ha insistito sempre su quella parola “compagno” riferita a tutti i ragazzi presenti nella classe. Ho avuto una professoressa di italiano comunista. Ha sempre detto che occorreva studiare prima di poter esprimere un’opinione, che era bellissimo leggere Petrarca per l’amore, Boccaccio per la passione, Dante per la bellezza. Anche lei continuava a ripetere che gli studenti, in classe, erano tutti compagni e per lei tutti uguali. Comunista e blasfema. Ho avuto un professore di matematica comunista. Ha sempre affermato teorie terribili: prima di risolvere ciò che è contenuto nelle parentesi graffe occorre occuparsi di quelle quadre e delle tonde e mai il contrario. Era severo, come solo i comunisti sanno essere e ha sostenuto, da sempre e per sempre, che i numeri regalavano ordine nel caos dell’universo. Ho avuto un professore di fisica assolutamente comunista. Ci raccontava quanto era bello poter costruire dei ponti e quanto, invece, fosse noioso tirare su dei semplici muri. Con i ponti si raggiungono luoghi mai visti, con i muri, invece, gli stessi luoghi si nascondono. Ho avuto un professore di disegno comunista: amava Picasso, Dalì, Mirò, Gaudì, Klimt. Il suo dipinto preferito era “La guernica”, tipico quadro comunista contro il franchismo spagnolo. Infine ho avuto anche un prete dannatamente comunista. Era convinto che occorresse occuparsi degli ultimi, dei diseredati, che tutti gli uomini erano uguali davanti a Dio e che occorreva sempre dividere con gli altri quello che si possedeva. E nel ricordarcelo ci diceva: “i vostri compagni di classe fanno parte della vostra piccola comunità. Non abbandonateli”. Anche lui, cattolico osservante, ci chiamava compagni. Dico tutto questo perché voglio dare una mano alla sindaca di Monfalcone, la leghista Anna Maria Cisint che vuole stanare gli insegnanti “di sinistra”. Dopo aver eliminato dalla biblioteca comunale i quotidiani il Manifesto e l’Avvenire (sul primo nutro qualche dubbio ma sul secondo, diciamolo: è sfacciatamente comunista) intende adesso colpire i “terribili insegnanti di sinistra che infestano le scuole pubbliche”. Sono e voglio essere un detrattore: alcuni miei insegnanti sono morti, altri sono in pensione ma io, fossi la sindaca Anna Maria Cisint, prenderei nota. E’ un mondo pieno di compagni di scuola, di professori eversori e di studenti “maudits”. L’unica soluzione è marinare la scuola e non so se qualcuno abbia già pensato a questo gesto rivoluzionario. Forse l’unico gesto rivoluzionario che non è comunista. Gramsci docet.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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