Questo cartello mi ha fatto tornare a galla improvvisamente ricordi che avevo rimosso. Al seguito di amici partii da Carbonia, dalla Sardegna, subito dopo il liceo e arrivammo a Pontoglio in cerca di lavoro nell’Inverno 1978. Eravamo una piccola comunità di Sardi. Con altri 5 o sei io mi sistemai in una casa senza riscaldamento, col tetto “bucato”. Pioveva in casa. La notte dormivamo vestiti e con molte coperte. Mangiavamo solo pannocchie di granturco prese dai campi, nei primi tempi. Quando gli extracomunitari eravamo noi. Poi trovammo lavoro in una delle tante piccole ditte di muratori e carpentieri. Si partiva il Lunedì mattina, che era ancora buio e si arrivava all’alba nei cantieri edilizi di Genova, Trieste etc. Di tutto il Nord. Naturalmente si lavorava come bestie, e in nero. Dall’alba sino al tramonto. Poi si mangiava e a letto. Per tutta la settimana. Noi eravamo i terroni, ci trattavano con disprezzo, ci urlavano ordini nei loro linguaggi incomprensibili. A tavola, nelle trattorie parlavano tra di loro, noi in disparte. Noi giovani, belli, istruiti, loro ignoranti, buzzurri, cafoni, rozzi. Si tornava a Pontoglio la sera tardi, il venerdì. Stanchi morti. Per tutta la settimana c’era solo il lavoro. Il Sabato sera e domenica giocavano a carte. Noi frequentavamo le loro donne, che ci corteggiavano, anche quelle sposate, mentre loro si ubriacavano e litigavano nei bar. Le risse erano all’ordine del giorno. In Primavera, con un po’ di soldi partii per Milano in cerca di meglio. Mi raccontarono che in seguito il nostro posto lo presero i meridionali, e poi gli extracomunitari. Evidentemente però non hanno mai imparato il rispetto degli altri. Si professano cristiani, sfruttano manodopera in nero ma non hanno ancora imparato il rispetto e la solidarietà. Regaliamo loro per Natale dei buoni libri di storia, dei vocabolari. Insegniamo loro il concetto di solidarietà, ospitalità e accoglienza. Che del resto fanno parte anche dei valori cristiani che loro dicono di avere… Come dice un’amica, aiutiamoli a casa loro!
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
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