Arrivò il giorno in cui dovetti scommettere su qualcosa. Chi vince Sanremo? Storia vecchia, d’altri tempi, storia che si ripete, puntualmente, a fine gennaio di ogni anno. E’ curioso che sempre, ogni anno, parte la stessa frase: “Quest’anno ci sono pessime canzoni”. Non è più il Sanremo di una volta.Quel “Sanremo di una volta” quando lo abbiamo vissuto dal vivo non siamo riusciti ad accettarlo: non c’erano le nostre canzoni ai primi posti, sarebbe stato il peggior Sanremo degli ultimi anni. Poi, l’anno successivo, quel Sanremo era diventato “cool”. Prendete i Maneskin: chi di voi avrebbe scommesso per una loro vittoria? Nessuno, ammettetelo. Hanno squarciato il torpore soporoso di un Sanremo destinato per sempre alla melodia, con qualche sussulto, ma certamente non la vittoria della canzone meno politicamente corretta degli ultimi anni.Altro refrain: a Sanremo ci vanno solo i peggiori, non rappresenta la vera musica italiana. C’è sempre qualcuno che ha il potere di erigersi a conoscitore profondo della musica italiana come se, alla fine, non fossero tutte canzonette.Non prendiamoci troppo sul serio e ammettiamolo: certe canzoni fanno parte della nostra vita, dei nostri scazzi, delle nostre notti insonni, delle nostre gite, dei nostri piccoli ricordi.Così, il 22 gennaio, quando mancano pochi giorni al nuovo Sanremo (dipinto, ovviamente, come il peggiore degli ultimi quindici anni) ripassiamo i vecchi brani: da “Una rosa blu” di Michele Zarrillo a “Vita spericolata” di Vasco Rossi, passando per “Storie di tutti i giorni” di Riccardo Fogli a “Come saprei di Giorgia”. Sono solo canzonette, ma scaldano il cuore.Chi vincerà Sanremo 2022? Azzardo: Achille Lauro? Mammhod? Rkomi? Chissà. Solo l’anno prossimo diventerà il pezzo più bello cantato all’Ariston. Come “zitti e buoni” che quando arrivò sul palco fece urlare allo scandalo tutti. Rilassiamoci e felicità per tutti. Sono solo attimi di blu dipinti di blu.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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