Oggi ho ricevuto uno strano fogliettino, un “avviso” non firmato e senza alcuna intestazione che invita le famiglie a sensibilizzare gli scolari al rispetto degli spazi scolastici onde evitare che si ripetano situazioni incresciose che comportano danni alla scuola.
Nonostante un’approfondita lettura, non sono riuscito a capire in quale momento e in quali situazioni i miei figli abbiano contravvenuto alle regole e creato danni materiali all’Istituto. Sto scrivendo una lettera alla Dirigente, in cui chiedo che – se colpevoli – siano espulsi dalla scuola e che ci sia chiesto di rifondere i danni materiali arrecati alla stessa. Ora, benché all’apparenza, i miei bambini sembrino delle personcine educate e rispettose, in realtà, credo che siano colpevoli, come tutti i bambini. Ho letto il “Signore delle Mosche”, come probabilmente ha fatto la Dirigente della scuola, e sono convinto anch’io della loro natura intimamente malvagia. E quindi, tanto vale punirli tutti. Secondo la tendenziosa narrazione dei bambini, nella scuola di via Stoccolma a Cagliari, un bambino avrebbe depositato una busta colma di pipì in bagno (a me questa storia però non convince per niente). Per questa ragione tutti i bambini sarebbero stati puniti fino alla fine dell’anno scolastico a svolgere la ricreazione nelle aule, inoltre, sarebbero state sospese le uscite didattiche. Un altro aspetto strano è che ai bambini sarebbe stato intimato di non di scuotere le mani quando se le lavano, per non schizzare intorno (peccato che la scuola non fornisca alcuno strumento per asciugare le loro viscide e malvagie manine).
A parte quest’ultimo aspetto. Interessante, perché apre uno scorcio sui conflitti interni all’organizzazione e alle pressioni dei bidelli relative alle condizioni di svolgimento del loro lavoro. Sorgono alcune domande, che hanno a che fare con gli obiettivi educativi della scuola. Le uscite didattiche hanno uno scopo educativo e formativo? Se è così, non sono “a disposizione” del Dirigente o del Suo staff. Ove invece si tratti di gite a mero scopo ricreativo, che siano abolite. Ma le uscite didattiche non sono né un premio, né una punizione. La “ricreazione” poi non dovrebbe mai essere nelle disposizioni dell’insegnante o del Dirigente. Anche questa non è un premio o una punizione. Svolgere attività ricreativa è nell’interesse del bambino e della sua salute fisica e psicologica. E’ un diritto inalienabile di qualunque essere umano potersi riposare dopo ore di lavoro. A maggior ragione se si tratta di bambini costretti a rimanere in aule anguste. Un insegnante serio non dovrebbe mai usare la ricreazione come premio/punizione per gli studenti. Inoltre, questo tipo di punizioni danneggia e contraddice gli scopi ultimi della scuola stessa: punendo tutti i bambini s’insegna loro che lo Stato e le Istituzioni esprimono un potere cieco e arbitrario che può colpire tutti indiscriminatamente, colpevole e innocente. In questo modo, s’inculca nel bambino l’idea che la scuola è ingiusta, perché la rappresaglia è sempre ingiusta, è l’espressione di un potere cieco e arbitrario.
Questi bambini stanno imparando da noi a non fidarsi delle istituzioni, a non credere nella giustizia.
La scuola quindi mostra di non avere un progetto educativo chiaro, poiché sostituisce all’educazione il primato dell’ordine e del conformismo. Pur presumendo che il colpevole sia un bambino (ma ne abbiamo le prove?), in assenza di prove, la scuola avrebbe dovuto evitare di colpevolizzare l’insieme della scolaresca per responsabilità che non possono essere ascritte a tutti e forse neanche a un piccolo gruppo. La scuola avrebbe dovuto mantenere una totale riservatezza su fatti accaduti e aumentare i controlli al fine di evitare la ripetizione del fatto accaduto (senza dunque allarmare il colpevole) o per cercare di comprendere chi poteva essere stato.
Marco Pitzalis è nato a Cagliari nel novembre del 1963. In quel momento, tutto il mondo stava pensando alla morte del Presidente Kennedy. Per questa ragione, la nascita di Pitzalis è passata inosservata. Passarono i decenni, e ogni momento della sua vita fu oscurato, continuamente, dalla coincidenza con grandi eventi storici. Oggi, la sua presenza al mondo è rimarcata, solamente, da un manipolo di devoti studenti.
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