La Lotus Esprit bianca al porto di Palau, Roger Moore che le gira attorno e apre la portiera dal lato passeggero perché sulla fuoriserie possa salire Barbara Bach. Sullo sfondo, un giovanotto a torso nudo e con la pettinatura afro tira una cima: è Tino, un mio compaesano di Arzachena, una delle tante comparse de La Spia che mi amava, un James Bond datato 1977. La solita storia di spionaggio da guerra fredda, imperniata sul furto di una tecnologia capace di localizzare i sommergibili nucleari. Poi, ad un certo punto, viene annunciata la Sardegna e le telecamere dell’agente segreto al servizio di Sua Maestà sbarcano in Gallura. Roger Moore e Barbara Bach soggiornano al Cala di Volpe, prendono l’aperitivo al bar sul pontile, sfrecciano sulla Lotus bianca lungo la panoramica per Olbia inseguiti dall’elicottero dei cattivi – Capo Figari e Tavolara sullo sfondo di un mare assoluto -, il bolide sfiora i vecchietti seduti sul muretto di via Zara, a San Pantaleo, poi 007 pigia un bottone e trasforma la Lotus in un anfibio, tuffandola dal porticciolo dell’hotel Pitrizza e facendola riemergere dopo rocamboleschi duelli sottomarini dalla spiaggia di Capriccioli, popolata da sbigottiti bagnanti. Credo sia stato il più grande spot cinematografico mondiale e di ogni tempo per la Sardegna, nato dall’incontro a Porto Cervo tra l’Aga Khan e i produttori di 007, in anni in cui l’inventore della Costa Smeralda investiva pesantemente per promuoverla. Maria Giovanna Azara, titolare dell’hotel Pirata, su Facebook ha ricordato che la troupe occupò il suo hotel per due mesi, tanto ci volle per girare quei 20 minuti di film. L’ho rivisto l’altra sera, questo film, con un po’ di nostalgia, cercando di calcolare i milioni di spettatori che nel mondo potessero aver goduto di questo biglietto da visita della Sardegna. Non ricordo un’altra pellicola di diffusione mondiale in cui l’Isola sia apparsa con uno spazio così ampio. Forse dovremmo fare qualcosa in più per ricordare alle grandi firme del cinema che ogni centimetro quadrato della nostra Isola potrebbe essere un set.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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