Nell’estate del 1967 il Cagliari calcio, agli ordini di Manlio Scopigno, partì alla volta degli Stati Uniti per partecipare ad un curioso campionato americano, voluto da alcuni uomini d’affari a stelle e strisce che credevano di avere visto in quello sport europeo una formidabile fonte di business. Il campionato di serie A non era ancora finito e sull’aereo per New York venne caricata una squadra imbottita di rincalzi e di imberbi giovanotti prelevati dalle giovanili, ragazzini che per la maggior parte non erano mai usciti dalla Sardegna. Il Cagliari restò a Chicago – città che i rossoblù rappresentavano, secondo la formula scelta dagli organizzatori – per circa due mesi, tanto sarebbe durato quel torneo che prevedeva la partita inaugurale a Washington e la finalissima a Los Angeles. Questi due mesi di sport, scoperte e rivoluzioni epocali nella cultura e nel costume sono stati ricostruiti dal giornalista Antonello Deidda nel libro “Eravamo giovani nel 1967-La storia mai raccontata del Cagliari in America” (Cuec, 16 euro). Il testo di Deidda non racconta solo quella spedizione, benché ricca di spunti e aneddoti spettacolari: la narrazione fluttua tra le cronache dell’avventura americana e i fatti avvenuti a Cagliari, in Sardegna e nel mondo in quello stesso periodo, con una particolare attenzione all’evolversi della scena musicale nell’Isola. A Cagliari, in quel periodo, si dimetteva il sindaco e scienziato Giuseppe Brotzu, sostituito da Paolo De Magistris, mentre la crisi del pane provocava rivolte al pari della eliminazione della baraccopoli nel precario quartiere di Sa Scaffa, dove ratti grandi come topi seminavano il terrore. Il tutto mentre, negli Stati Uniti, Scopigno veniva beccato a pisciare nei cassetti dell’ambasciatore, durante un ricevimento, impresa che gli costò l’immediato rimpatrio e il licenziamento in tronco, prima del nuovo ingaggio e della cavalcata verso lo scudetto. Alla società del Cagliari, che navigava in cattive acque inducendo il presidente Rocca a minacciare la cessione di Riva, gli organizzatori americani avevano promesso 250 mila dollari per la partecipazione ed un gettone quotidiano per i calciatori: solo una piccola parte di quei soldi venne pagata, dopo le proteste della squadra che aveva designato il portiere Reginato suo rappresentante sindacale nella improvvisata vertenza, complicata anche dai problemi di comunicazione: solo il centravanti scozzese Hitchens (noto Conch’e bagna, per i capelli rossi) e l’olbiese Piero Giagoni conoscevano l’inglese e, dunque, facevano da interpreti. E un libro da leggere con passione, quello di Deidda, perché catapulta chi (come me) non era nato in un mondo ribollente di passioni e voglia di vivere. Un’ultima annotazione, che vale anche come avvertenza. In quel 1967, in Sardegna, vennero registrati 53 omicidi, il quadruplo di quelli del 2014: non tutto il passato è più bello del presente.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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