Alzi la mano chi si ricorda le videocassette. Certo, quegli enormi contenitori di video e di film chiamate quasi da tutti VHS con poche persone a conoscere l’acronimo: “video home system”. E’ stata la rivoluzione apparsa alla fine degli anni settanta ma divenuta “globale” solo alla metà degli anni ottanta. Finalmente i film si potevano vedere a casa quando ci parevano, potevamo bloccarli e farli ripartire. Avevano diversi formati, un po’ come le musicassette: 45- 90 – 120 – 240. La cosa rivoluzionaria era però un’altra: la possibilità di registrare una trasmissione perché non era possibile guardarla in diretta e rivederla a nostro comodo. Ci fu poi un passaggio successivo: quello del noleggio di film e il 19 ottobre 1985 veniva inaugurato, a Dallas, il primo Blockbuster, un negozio specializzato nel noleggio di videocassette e cf musicali. Fu un periodo delirante. Si registrava tutto e possedendo due videoregistratori si potevano ottenere le copie di film, concerti musicali, documentari, cartoni. Era un fiorire di passaggi di videocassette tra amici, intere raccolte di film finivano nelle librerie costrette a dare spazio alla nuova invenzione moderna. Poi si misero anche i quotidiani e settimanali a distribuire film e videocassette. Anche in questo caso il successo fu garantito e si riuscirono a sdoganare anche dei lungometraggi inguardabili. Poi arrivarono gli hard disk, le memorie flash, lo streaming che ha distrutto e mandato al macero tutte le VHS del mondo. Eppure ancora oggi, nel mondo, ci sono persone che ancora guardano i film con le videocassette e si continuano a vendere i videoregistratori. Le mie sono finite da tempo nello scantinato in grandi scatole e moltissime le ho regalate. Ne ho catalogate e contate oltre 500. Oggi è tutto più fluido, tutto più “cloud”. Sono passati pochissimi anni e molti oggetti che ci passarono tra le mani non ci sono più: è il segno dei tempi. DI questo viviamo e camminiamo verso nuovi orizzonti. Rivedere una vecchia puntata di indietro tutta registrata con molta passione fa un po’ sorridere: tutte le puntate sono ormai reperibili su Rai play. Ma non è la stessa cosa direbbe un mio amico che dorme, ancora, con il videoregistratore vicino al letto e un vecchio e scassato televisore con il pancione. Però funziona. Ed è questa la poesia.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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