Dite la verità: quanti di voi hanno sognato, almeno per un attimo, di essere Gennarino Carunchio e poter dire alla Raffaella Pavone Lanzetti di turno “bottana industriale?”. Lo ammetto, “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” è stato un urlo bellissimo e profondamente sentito della mia adolescenza. Mi ricorda un periodo turbolento della mia vita quando (era il 1978) andai a lavorare come bagnino a Baia Sardinia, dove tutti eravamo considerati Gennarino dalle signore bionde cotonate, delicatamente abbronzate e decisamente stronze. Quel film fu il mio manifesto contro quella “razza padrona” che io vedevo cattiva e ingorda (e in parte avevo ragione). Poi, una notte, fummo svegliati io e Salvatore (lui era il bagnino capo) da una coppia di milanesi che non avevano ben fissato il gommone e il vento lo aveva trasportato al largo. “Dovete recuperarlo”, disse il milanese a Salvatore e lui, con la faccia di Gennarino ma con l’esperienza e il pragmatismo di uno che aveva capito di essere dalla parte del più forte, rispose: “Sono cinquencento mila lire”. Ricordo lo sguardo della signora ossigenata e un po’ schifata che osservava il marito disperato: “Non è un po’ caro?” Salvatore non rispose e le restituì lo stesso sguardo di Gennarino nel film di Lina Wertmüller. Quello sguardo che suggeriva solo due parole: “bottana industriale”. Recuperammo il gommone e il milanese onorò la promessa. Furono soldi che spendemmo con gli amici in pizzeria.
Voglio ringraziare Lina Wertmüller per quel film, per le contraddizioni ideologiche, per quell’essere Gennarino e per la vergogna di esserlo. Insomma, quel film è un pezzo della mia vita. Grazie Lina per averlo girato. Buon viaggio Lina.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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