Reddito universale di base: 530 euro (destinati a diventare 750) garantiti a tutti i francesi. Aumento delle tasse per i ricchi. Orario di lavoro da 35 a 32 ore. Tassa per chi utilizza robot o altri dispositivi al posto delle persone; il denaro servirà a cofinanziare il reddito universale. Divieto di circolazione per le auto diesel e 50% di energia da fonti rinnovabili entro il 2025. Maggiore umanità sulla questione migranti. Cannabis legale.
Questo è il programma con cui Benoit Hamon si è imposto nel primo turno delle primarie della sinistra francese che vale la sfida, al ballottaggio, con Manuel Valls. Non so se Hamon vincerà. Di certo, la sensazione è che abbia presentato sul piatto qualcosa di sinistra, non la solita minestra riscaldata. Una serie di idee che contengono principi, valori e, in fondo, anche qualche sogno, pur nelle more di un riscontro nella realtà sicuramente complicato.
“La sinistra che vota a sinistra. Francamente non potevamo prevederlo”, recita una vignetta pubblicata recentemente su un giornale francese, molto eloquente sull’aria che tira. Quando il freddo penetra fin nelle ossa, è necessario qualcosa di caldo. E, di fronte alla necessità di un cambiamento reso impellente da una globalizzazione che ha scardinato parecchie certezze, regalandoci precarietà e disuguaglianze, arriva finalmente qualcosa di “caldo” da mandare giù.
Così va In Francia. Da noi, invece, la sinistra non ha ancora deciso se sia più conveniente avvicinarsi di più alla destra o alla Chiesa e se dare la precedenza alle banche o ai disoccupati. Renzi e D’Alema continueranno il loro irritante duello per la leadership di una sinistra che ha perso completamente di vista la propria natura. Eppure, basta dare un’occhiata oltre i nostri minuscoli orizzonti per capire cosa sta succedendo. Nel momento in cui servono idee in grado di cambiare il mondo senza frantumarlo, la priorità sono le elezioni. Come pensa di vincerle, il Pd? Riproponendo le stesse idee che il referendum ha clamorosamente bocciato? Con gli stessi uomini che hanno trasformato la politica in un teatro dell’assurdo?
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