Di questi tempi basta davvero poco per diventare un leader di una sinistra ormai allo sbando. Non stiamo parlando di Barack Obama che con il suo elogio funebre ha regalato parole alte e tutte condivisibili. La notizia è un’altra: Ivano Ciccarelli, 58 anni, è diventato famoso per una semplice frase. Siamo a Rocca di Papa, il piccolo borgo laziale dove è ubicato il centro “il mondo migliore” che dovrà accogliere alcuni migranti sbarcati dalla nave Diciotti; c’è molta tensione perché alcuni abitanti del paese non vogliono quella quota di persone della quale si era fatta carico il Vaticano. I contestatori non sono tantissimi però, come dire, si fanno sentire. In piazza, contro i contestatori, c’è Ciccarelli con altre persone che prova, invece, a far capire che non c’è nessun problema ad accettare quegli uomini stanchi e disperati. E’ qui che a Ivano viene in mente la frase che diventa subito virale sul Web: “Oltre ad aver passato quello che hanno passato, arrivano qui e devono subirsi anche questa rottura di coglioni dei fascisti”. Ciccarelli intervistato da alcuni quotidiani nazionali dice una cosa molto importante, più della frase detta contro chi non voleva ospitare i migranti: “Se quella notte, ad accogliere gli immigrati, fosse venuto anche segretario Martina, lì, con cartello con su scritto Welcome, senza fare nessun comizio, non è che lo cacciavamo. Invece non solo lui, nessun leader s’è visto. Queste sono occasioni perse della sinistra. C’erano tante persone, eravamo più noi che qui venti fascisti. Eppure, quando un certo punto cercavamo un leader dietro cui andare, non c’era.” Ciccarelli, un passato in Lotta e autonomia operaia, con una formazione microfoni di radio onda Rossa, ha solo evidenziato un problema non di poco conto: in questo paese non c’è più nessuno che non solo non fa qualcosa di sinistra ma non la pensa neppure. Basta una semplice persona come Ivano Ciccarelli a dare una lezione ai vari leader di una sinistra dimenticata a dimenticare. Il buon Ivano non ha nessun profilo social e non cinguetta parole, ha solo dimostrato che a volte è necessario “esserci”. Fisicamente e non plasticamente. Quando parliamo di una nuova visione a sinistra pensiamo di partire dalle piccole cose, pensiamo che dire o fare qualcosa di sinistra, ma anche dire qualcosa, sia terribilmente importante. Come in questo caso.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design