Domenica, primo pomeriggio. Una bella spiaggia della Sardegna, lunga e sabbiosa, bordata sul retro da una schiera di grandi ville anni ‘70’ e ‘80, memorie di fortune passate, inverosimili in questi anni di crisi. Il caldo si fa sentire, anche se non è una giornata rovente.
Un ragazzo senegalese, spinto dalla sete, si fa coraggio e bottiglietta di plastica in mano, entra dalla spiaggia, attraverso il cancello aperto, nel giardino un po’ trascurato di una villa: lì una fontanella fa bella mostra di sé e lui si avvicina per riempire la bottiglietta.
Mio figlio quasi treenne, in vena di corse sfrenate e assetato anche lui, lo segue a ruota, a sua volta inseguito da mia moglie, ormai votata alla carriera di podista sui 200 metri piani. Il giovane africano le chiede, titubante: “Ma secondo te posso prendere un po’ d’acqua dalla fontanella? Voglio solo riempirmi la bottiglietta, ho sete”: e lei, nella sua beata purezza nonostante abbia 42 anni compiuti, gli risponde gentile: “A rigore non si potrebbe, questa è una proprietà privata e non si può entrare, però, dai, stai solo prendendo un po’ d’acqua…”. Ma in quel momento irrompe sulla scena nientepopodimeno che il dominus della villa, il padrone, con fulmini e saette che gli escono dagli occhi, ma soprattutto dalla bocca: “Ma come vi permettete di entrare qui senza chiedere il permesso, lo vedete che è una proprietà privata?!”, grida come un ossesso.
Mia moglie, che non so da quale nume ha avuto in dono l’assertività anche in queste situazioni tese, gli risponde, calma ma decisa: “Guardi, lei ha ragione, ci mancherebbe, questa è una proprietà privata e bisognava chiedere il permesso prima di entrare, però non è il caso di prendersela tanto, volevamo solo prendere un po’ d’acqua.”
E il paròn, di rimando: “L’acqua ve la comprate al bar!”. Dopodiché l’atteggiamento cortese ma fermo di mia moglie lo induce a più miti consigli e il meri, poveretto, di fronte a tanta apollinea calma e moderazione abbassa la cresta e ribadisce timidamente le parole di prima, poi va via con la coda tra le gambe. Si vede che aveva scordato l’evangelico “Date da bere agli assetati”. Magari è pure di quelli che sostengono con forza “le radici cristiane d’Europa”, eh. Certo è che se esiste un dio da qualche parte, quella sera si è vendicato ben bene: più tardi, ripassando accanto al recinto della villa per tornare alla nostra auto, udiamo il padrone della fontanella dire al cellulare con voce accorata – è domenica, sapete com’è – che gli si è rotto lo scarico del gabinetto e sta cercando un idraulico. Chi di acqua ferisce, di acqua perisce.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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