La notizia non ha avuto grande evidenza nazionale e non è divenuta virale sui social. Un vero peccato perché meritava davvero un applauso questa coppia di sposini del novarese che ha deciso di invitare al banchetto di nozze oltre ai soliti parenti e amici anche 82 senzatetto frequentatori della mensa dei poveri gestita dai frati Cappuccini al convento di San Nazzaro della costa, a Novara. Il matrimonio sarà celebrato il prossimo otto giugno nella chiesa del convento ma il banchetto è stato anticipato. I due immensi ragazzi hanno deciso di restare nell’anonimato ma la notizia è comunque trapelata e la sposa ha dichiarato al quotidiano La stampa che ha avuto la possibilità di conoscere da vicino la sofferenza di queste persone grazie all’impegno di volontaria della sorella. Così anche lei ha cominciato a frequentare la struttura, è diventata volontaria e con il fidanzato è nata l’idea di provare a fare qualcosa di utile. Potevano anche pensare ad una donazione in denaro ma “l’effetto non sarebbe stato quello che volevamo. Il pranzo di nozze anticipato e condiviso ci è sembrato un momento più arricchente dal punto di vista umano”. Piccole storie quotidiane che rimettono il buonumore e che ci raccontano quanto è ancora importante il peso dei gesti. Lo diciamo in giorni oscuri come questi dove l’apparire è diventato essenziale e dove tutti cercano un posto al sole, filmando forsennatamente di tutto. Ecco, i due ragazzi hanno invece distrutto quel voler essere sempre al centro dell’attenzione e sul loro tavolo hanno invitato 82 persone alle quali, peraltro, hanno poi donato uno zaino ricolmo di prodotti per l’igiene, calze, mutande, sciarpa, guanti. Per chi urlerà all’eccesso di buonismo vorrei aggiungere, molto sommessamente, che quelle persone in difficoltà erano tutte italiane. Per me non era quello il valore ma di questi tempi è uno schiaffo a tutti i proclami di plastica che affiorano sul web. Grazie a questi due italiani e che possano vivere felici e contenti. Se lo meritano.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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