In un villaggio della costa orientale degli USA, tra il 1692 e il 1693 si verificò uno degli episodi più inquietanti nella storia degli Stati Uniti. Diciannove persone vennero messe a morte in seguito a un processo, scatenato da una forma di isteria collettiva.
Tutto iniziò col comportamento strano di due ragazze, Betty Parris e Abigail Williams, imparentate col parroco del villaggio di Salem. Le ragazze passavano molto tempo senza parlare, si nascondevano in modo bizzarro dietro gli oggetti, strisciavano, dicevano cose senza senso. Ma alternavano tutto questo a momenti di ordinaria lucidità. I medici consultati non seppero elaborare una diagnosi. Fino a che uno di essi non disse che poteva trattarsi di possessione diabolica dovuta a malocchio. La scienza dunque apriva la porta al soprannaturale. Comportamenti che dopo Freud sarebbero stati classificati come nevrosi, vennero etichettati come prodotto di stregonerie. A quel punto diventava indispensabile trovare le streghe che stavano dietro tutto questo.
L’opinione pubblica iniziò a premere per una soluzione del caso. Intanto gli episodi aumentavano e si estendevano ad altre persone, per lo più donne.
Venne istituito un tribunale formato da due membri del consiglio della provincia; la sede del tribunale fu costituita nell’edificio che faceva da municipio per il villaggio. Il tribunale iniziò a interrogare le ragazze. Queste, per l’occasione tornate lucide, cominciarono a fare i nomi di presunte streghe da cui erano state “colpite”.
Il primo giorno di marzo del 1692 (324 anni fa), le prime tre donne vennero arrestate. Una di esse, una schiava “di proprietà” del parroco, aveva confessato sotto tortura di essere una strega, le altre due avevano negato, ma vennero arrestate ugualmente.
Ma il bisogno di “streghe” a Salem era molto più forte, interessando evidentemente l’anima stessa del villaggio. Gli episodi di “possessione” infatti, anziché diminuire aumentarono. Questo portò ad altre delazioni, altre torture, altre confessioni, altri arresti.
Le piccole carceri della zona si riempirono in poche settimane. Il fenomeno si estese ad altri paesi della contea. La cosa ormai era fuori controllo. Nel valzer di accuse, sospetti, calunnie, torture, finirono per essere indagati e incarcerati anche personaggi rispettabili della comunità parrocchiale di Salem, un ex pastore e la stessa moglie del goveratore, in un tutti contro tutti che rischiò di mandare a gambe all’aria l’intero villaggio. Pare che a causa dei processi, anche le attività commerciali e agricole subirono importanti contraccolpi; infatti molti erano gli arrestati e la gente voleva partecipare agli interrogatori e dire la sua sulle condanne.
A giugno iniziarono le esecuzioni. La maggior parte delle persone condannate al patibolo furono donne. Un anziano contadino, marito di una delle vittime, essendosi rifiutato di deporre venne sottoposto a tortura tramite schiacciamento del torace e morì soffocato.
In tutto vennero impiccate 19 persone e più di cento furono quelle arrestate.
Il fenomeno trovò un argine solo grazie ai dubbi di alcuni pastori puritani e del governatore. Si fece strada l’idea che il processo non era basato su elementi certi e che non si poteva continuare a mandare a morte delle persone basandosi solo su suggestioni e senza prove certe di colpevolezza: non veniva negata l’origine malefica dei fenomeni ma, nel dubbio, si sospesero le condanne a morte, in base al principio che era meglio liberare delle streghe piuttosto che uccidere degli innocenti.
La vicenda di Salem fa riflettere. Fa riflettere soprattutto se non viene liquidata come una semplice manifestazione di ignoranza superstiziosa (giudicata col senno di poi è automatico che accada). A Salem le accuse, il processo e le condanne furono possibili perché furono la scienza, la legge e la chiesa a volerlo. La Ragione, incarnata nelle istituzioni locali, produsse come esito l’uccisione di 19 innocenti. Dietro la Ragione, dietro quella Ragione, a Salem c’era la folla, con le sue paure e la sua violenza primitiva sempre sul punto di esplodere.
Certo, nella società occidentale del presente una cosa del genere non sarebbe possibile. La Ragione ha fatto passi da gigante e le istituzioni hanno raggiunto un grado di maturità che ci mette tutti al riparo da derive come quella di Salem.
Eppure, quando faccio un giro sul web, di fronte al dilagare di notizie false e alla rabbia con cui la folla le diffonde, io non mi sento del tutto al sicuro.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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