Claude Érignac venne assassinato ad Ajaccio la sera del 6 febbraio 1998, mentre andava ad assistere ad un concerto di musica classica. Tre proiettili lo falciarono, lasciandolo esanime davanti al Teatro du Kallisté. A sparare furono due killer armati con una Beretta F92, sottratta ad un gendarme nel corso dell’assalto alla caserma di Pietrosella, compiuto nel settembre del 1991 da un commando di indipendentisti corsi. Érignac era il prefetto della Corsica, il più alto rappresentante del governo francese nell’Isola. Lo descrivono come uomo tutto d’un pezzo, incorruttibile e persino temerario. Lo mandarono ad Ajaccio affinché la presenza del governo, nella polveriera che era la Corsica di quegli anni, fosse nettamente avvertita. E in effetti Érignac aveva messo le mani su alcuni affari sospetti riguardanti gioco d’azzardo e fondi pubblici, nei quali pare si intrecciassero politica e criminalità organizzata con una verniciatura politica. Il 9 febbraio del 1998, esattamente vent’anni fa, vennero celebrati i funerali del prefetto, ad Ajaccio. Le cronache dei quotidiani raccontano un’atmosfera tesa e pochissimi applausi per il feretro: Érignac rappresentava uno Stato visto come nemico e non ci poteva essere pietà umana per chi lo impersonava, anche se si trattava di un uomo perbene. Dopo l’arresto dimostrativo di tre nordafricani, subito rilasciati perché non c’entravano nulla, tra i primi ad essere sospettati per l’azione fu l’indipendentista Yvan Colonna. Lo difese il giovane avvocato Gilles Simeoni, figlio dell’indipendentista Edmond, noto per l’azione militare compiuta contro un’impresa agricola di Aleria, nel 1975, finita poi nel sangue per l’intervento del governo parigino. Quella fattoria apparteneva ad un algerino sospettato di truffa ai danni di vari coltivatori locali e, in assenza di interventi delle istituzioni, Simeoni senior decise di farsi giustizia da solo. Gilles Simeoni nel 1975 aveva solo otto anni, quando uccisero Érignac e difese Colonna ne aveva trenta. Oggi è presidente della regione corsa, mentre Colonna – pur essendosi sempre proclamato innocente – è uno dei condannati all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio di Érignac, dopo anni di latitanza. Parte della quale, a quanto si vociferava, sarebbe stata trascorsa in Sardegna, dove Colonna aveva preso moglie. Quando iniziò il processo agli indipendentisti accusati di aver ucciso il prefetto, nel 2003, la targa che commemorava Erignac ad Ajaccio venne strappata e gettata via. Nei giorni scorsi, il nuovo premier francese Macron ha raggiunto Ajaccio per dedicare un tributo alla figura del prefetto ucciso. Simeoni era presente. Ma il presidente del Consiglio regionale corso, Guy Talamoni, non c’era. Da tre anni invia alle redazioni lo stesso comunicato stampa per spiegare che lui si impegna sì per la pacificazione ma, tuttavia, la sua presenza alla commemorazione di un servitore dello Stato assassinato barbaramente sarebbe inopportuna. Io non so se Colonna sia davvero innocente e non dubito delle buone ragioni del popolo corso, quando esprime il proprio risentimento verso lo Stato francese. Però ho scritto questo righe su Claude Érignac, ucciso per strada come un cane, proprio dopo aver letto la nota stampa in cui il massimo rappresentante dell’assemblea regionale rifiuta di partecipare al ricordo di un uomo perbene, vent’anni dopo il suo assassinio. Le ragioni di parte non dovrebbero mai cancellare il dovere della memoria, né mancare di rispetto a chi ha perso la vita mentre faceva il proprio dovere.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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