Al netto delle chiacchiere il centro destra ha presentato il suo programma e finalmente gli italiani, sbirciandolo, possono cominciare a capire quale sarà il prossimo futuro, posto che, in base ai sondaggi sarà proprio questa compagine a governare, teoricamente, l’Italia per i prossimi cinque anni. Non è mia intenzione analizzare tutti i punti (almeno per oggi) ma mi hanno colpito alcuni passaggi sicuramente non banali e direi normali per una destra destra (e, dunque, meno ovvi per un centro destra liberale). Tralascio la sicurezza e il tentativo di rafforzare lo stato di polizia (direi normale) e mi soffermo proprio sul primo punto posto in cima a tutti come l’articolo più importante della costituzione. Ebbene, la politica estera sarà incentrata “sulla tutela dell’interesse nazionale a difesa della patria.”Mi ha colpito la parola ‘patria’ utilizzata da Giorgia Meloni come un mantra avvolto da un’immensa sacralità. O sei patriota o sei nemico pare di dover concludere davanti a questo primo ed importante punto. Ecco, mi sono arenato subito. Sono stato e rimango un uomo di Stato e difenderò a spada tratta la costituzione repubblicana (soprattutto la prima parte, quella dei diritti fondamentali) ma non per questo mi considero un patriota. Non sono un ignavo, un vigliacco, un nemico. Sono nato in Italia per caso ma mi sono sentito, sempre, cittadino del mondo. Il concetto di Patria è sicuramente bello e storicamente interessante ma, fatemelo dire: un pelino superato da mille eventi e gettarla sulla difesa del suo natio è comunque riduttivo. Ovviamente il programma continua con la “difesa e la promozione delle radici e identità storiche e culturali classiche e giudaico cristiane dell’Europa” nonché sostegno alla natalità, alla famiglia e alle giovani coppie. Dio, patria e famiglia. Niente di nuovo sotto il sole della destra con un bellissimo refrain buono per tutte le stagioni: il ponte sullo stretto. Un classico, un po’ come l’elettrificazione della ferrovia in Sardegna. Il programma (una piccola parte, è ovvio) è servito. Buon voto e povera patria, battiatamente cantando.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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