Com’è che aveva iniziato quello? Ah si: “L’Italia è il paese che amo”…e scese in campo. Ora io dico: “Porto Torres è la città che amo”…ma non scendo in campo. Scendo a fare una passeggiata con qualche amica in una tarda mattinata di una domenica di ottobre. Un ottobre caldo che vede il lungomare pullulare di gente: giovani, meno giovani, famiglie con passeggini, coppie di innamorati che solo a guardarli ti si apre il cuore. E noi, che tra una chiacchiera e l’altra guadagniamo il tavolino di un bar all’aperto. Non c’è tanta gente, ma in compenso il cameriere è molto indaffarato e ha difficoltà a seguire tutte le ordinazioni. Dopo non meno di tre quarti d’ora, anche noi solleviamo timidamente il dito per attirare l’attenzione. Ci vede quel ragazzo indaffarato, frettoloso, che raggiunge ora questo ora quel tavolino, mentre i tavoli cominciano a liberarsi inspiegabilmente. Noi non ci facciamo caso, continuiamo a parlare, a discutere a raccontare…”ma da noi non si avvicina nessuno”? Ad un nuovo passaggio del cameriere (nel frattempo è passata più di un’ora) altro cenno e altro sorriso imbarazzato: -Ora arrivo.. Sono rimasti ormai solo due tavoli: il nostro e quello di un altra coppia di sfortunati. Finalmente abbiamo l’onore di avere il cameriere tutto per noi, con tanto di taccuino nella sinistra e penna nella destra. Non siamo in tanti…solo in due. La mia amica si accontenta di un ginseng, io sono più esigente: -Ce li ha presenti quei bicchieroni pieni di quei miscugli freschi e colorati guarniti con una fetta di arancia e tanto ghiaccio? -Ma cosa un cocktail? – chiede terrorizzato. -Eh, un cocktail – rispondo sorridente. Il mondo non si è fermato solo ad Eboli, ma anche a Balai! -Sa, signora, sono solo, non è che può ordinare qualche altra cosa? Mi ha fatto tenerezza, con quell’espressione semi disperata, contrita e disarmata.. -Un crodino, – gli dico – con una fetta d’arancia.. Ritorna soddisfatto facendo lo slalom tra quei tavolini vuoti, in mano un vassoio di lamiera colorato con una tazzina di ginseng, un bicchiere di plastica con una réclame disegnata (e all’apparenza sporco) col mio crodino giallo e una mezza cannuccia, che spero non fosse riciclata… Consumiamo, paghiamo e guadagniamo velocemente l’uscita. “Porto Torres è la città che amo – ho pensato – ma non sarà mai una città turistica”! Ps: della fetta di arancia neanche l’ombra, ma quello è il male minore…
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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