Nella steppa sconfinata / a quaranta sotto zero / se ne infischiano del gelo / i cosacchi dello Zar
Il 5 marzo del 1967 la nona edizione dello Zecchino d’Oro si chiude con la vittoria di “Popoff”. La trasmissione di Cino Tortorella incorona un bambino emiliano di cinque anni, Walter Brugiolo. “Cosa vuoi fare da grande, Walter?” chiede il mitico Cino. “Il muratore” risponde deciso il piccolo cantante.
Quanto tempo sia passato, lo si capisce anche dalla risposta. A pensarci bene, le sottovalutiamo abbastanza queste canzoni per bambini che resistono nel tempo come i Beatles. Non celano significati reconditi, non suscitano emozioni particolari, non si prestano a interpretazioni di sorta. Niente assoli di chitarra da ricordare e virtuosismi vari. Non sono altro che canzoncine. Eppure Popoff, il cosacco rotondetto che va verso il fiume Don, è ancora tra noi.
Ma Po-poff / sbuffa, sbuffa e dopo un po’/ gli si affonda lo stivale/ nella neve e resta lì.
Walter Brugiolo, il piccolo interprete, sulla scia del successo ha interpretato qualche film musicale, la pubblicità di un formaggino e, diventato grande, si è sposato e ha chiamato il suo cane… Popoff. A differenza di Vincenza Pastorelli, la piccola interprete di “Volevo un gatto nero” finita poi in galera per sfruttamento della prostituzione e spaccio, Brugiolo è rimasto immacolato dal punto di vista penale. Unica macchia, la candidatura alle politiche con l’Udc di Casini nel 2008. Andata male.
Ma Po-poff / così tondo che farà / rotolando nella neve fino al fiume arriverà.
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