Mi inginocchio con la testa verso la terra. L’orecchio si appoggia sulla mia ombra, sulla polvere del cammino pietroso. Sento suoni in lontananza, sempre più vicini, diretti verso i campi del frumentone. Animali, persone e carri con due ruote, ché con una non si va da nessuna parte. La materia e lo spirito sono, tra loro, legati con un canapo, al tempo. La terra e la luce e il suono. Hanno calpestato la terra nuda in mezzo ai covoni; hanno calpestato il fuoco, la polvere, l’ombra. La luce calda, di polvere d’oro, che attraversa i luoghi dell’umanità; i luoghi sacri, i luoghi profani dei sepolcri e delle rovine, dall’alba al tramonto. Attraversa e squarcia la gola, l’ululato dei licantropi della notte, che poi ritorna luce, ballando il tempo in cerchio continuo. l’Uomo di Capossela Vinicio invoca, prega e canta, all’ombra dell’angelo della luce; canta e soccorre alla vita e alla morte; soccorre al cerchio infinito, al logorìo dei treni fumosi dei ricordi, agli stornelli mai dimenticati. Invoca. Prega per i vagabondi e per l’umanità, misera e nascosta. Vigliacca e mortale. La maschera cela la solitudine dell’essere umano. Centra la stella, il mistero che brucia, che va in cenere e che muta in terra feconda. Dalla fredda polvere masticata dagli zoccoli, in subbuglio, in garbuglio, gli sposalizi dei contadini con le loro donne e con la loro terra. Dagli sposalizi delle amanti con gli anelli tutti dorati, arriva un nuovo tempo e una nuova vita. Quella del grano e della luce del sole; quella del lavoro e della polvere. Il tempo è inesorabile, la musica è costante, il ritmo dei passi è continuo. Sono tempi trascorsi, andati a baciare le belle donnone, nella polvere dei tavoloni, dei tavolacci delle case del fieno. Sono tempi di amore e di campi anneriti dalla ferrovia, uomini, cani e sorelle fuori, che passarono, ognuno con la propria ombra, sulla polvere del cammino pietroso. Abile capolavoro, come una rosa, come la fortuna chiamata vita.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Da Mattarella a Zelensky passando per Sanremo.
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo non esiste (di Francesco Giorgioni)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
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