Prima che Mauro Pili si incateni a qualche caseificio per protesta contro l’obbligo di produrre formaggio con latte in polvere ordinato dall’Unione Europea, prima che qualcuno si precipiti con lui per ammanettarsi al cancello del suddetto caseificio, occorre dire che quell’obbligo è una bufala, tanto per restare in tema caseario. Non esiste alcun obbligo di produrre forme e perette senza latte, ma questo serve alla politica della propaganda e dell’odio per scatenare la protesta contro un bersaglio facile: l’Unione Europea. I cui uffici saranno anche popolati di burocrati insensibili, al servizio delle banche, della Germania e degli altri poteri forti, ma ai quali non possono essere imputate colpe che non hanno solo per lucrarne un po’ di facile propaganda. In Italia esisteva una legge del 1974 che vietava l’uso di latte concentrato per produzioni casearie. L’Unione Europea ha sollecitato all’Italia la cancellazione di quella norma e l’adeguamento al regime europeo, che invece ammette la pratica. Una decisione molto più che discutibile, così come sconcertante appare la motivazione: il divieto del 1974 limiterebbe il libero mercato. Ma in questo caso si tratta di far chiarezza su informazioni distorte e strumentalizzate da chi è sempre in campagna elettorale: liberalizzare il latte concentrato mica significa obbligare i produttori ad usarlo! Così come la novità non metterà in pericolo i marchi Dop, protetti da leggi comunitarie. Il fatto che si autorizzi qualcuno a produrre merda non significa che le persone responsabili siano obbligate a produrla: i nostri casari manterranno vive tradizioni e qualità confezionando i loro prelibati formaggi, come sempre. E noi consumatori dovremo dimostrare di essere responsabili, preferendo l’agroalimentare sardo e la sua qualità. Dimostriamo di possederlo, questo senso di responsabilità.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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