Pogba è nero. Pogba è bravo, virtuoso. E’ uno che sa giocare a pallone. Probabilmente è anche super coccolato. Pogba fa le bizze, è svogliato e viene punito dall’allenatore Deschamps, uno che di pallone ne capisce e sa che uno come Pogba può fare la differenza. Lui, Pogba, è un giocatore della Juventus vincitrice in Italia dell’ultimo scudetto ed è, soprattutto, la stella di questi europei giocati in patria, perché Paul Labile Pogba è nato nel 1993 a Lagny-sur-Marne un paese dell’Ile de France, nei sobborghi di Parigi. Pogba ha 23 anni e di professione fa il fenomeno. Ci occupiamo di lui non come giocatore di calcio (sarebbe troppo semplice e semplicistico) ma perché immortalato nella partita giocata mercoledì scorso mentre si esibisce nel gesto dell’ombrello, dopo il secondo gol messo a segno da Payet contro l’Albania. Qualcuno ha subito affermato che si tratta del primo gesto tecnico esibito dal ragazzo in questa manifestazione dove, in campo, non ha particolarmente brillato. Il gesto dell’ombrello che in Francia si chiama “bras d’honneur” è stato effettuato, pare, verso la tribuna stampa. I giornalisti, secondo Pogba, sono stati poco teneri nei suoi confronti durante la prima dei “bleus”. Infatti, Dechamp, dopo la prestazione “svogliata” dell’enfant prodige, (sostituito durante la partita) lo ha giustamente lasciato in panchina durante il match successivo contro l’Albania. Poi, a dire il vero Pogba è entrato nel secondo tempo e ha regalato qualche guizzo da campione. La Francia ha sconfitto l’Albania e si è anticipatamente qualificata per gli ottavi. Nel dopo partita i filmati visti e rivisti al setaccio hanno mostrato quel gesto che ha scatenato la bufera in Francia e sui social. Qualcuno si è subito affrettato a paragonare Pogba a Balotelli, il fuoriclasse italiano ormai bravo a costruire solo inutili smargiassate fuori dai campi di calcio. Il gesto tecnico dell’ombrello è anche motivo di liberazione. Lo si fa (anche i comuni mortali lo fanno) per deridere qualcuno, per mandarlo brillantemente a quel paese, ma non necessariamente è rivolto ad una persona in particolare. In Italia, per esempio, va di moda insieme al dito medio, contro il politico di turno, contro la squadra avversaria quando perde e contro la malasorte. C’è però un risvolto poco edificante in tutta questa storia. La tv belga BelIN sports aveva captato per prima le immagini ma ha preferito non mostrarle: “Siamo legati alla nazionale francese e non volevamo creare polemiche” ha detto il direttore Houzot. Solo per colpa di un fermo immagine che girava su internet il gesto di Pogba ha fatto, chiaramente, il giro del mondo. Ora, lasciamo il ragazzo che, come dire, avrà modo di rifarsi sul campo e dimostrare di essere un vero campione, lasciamo anche la giustificazione del suo manager Raiola (lo stesso di Balotelli, per dire) che subito si è apprestato a dichiarare che quel curioso movimento rappresenta una danza “un gesto che Paul compie sempre con i suoi fratelli e i suoi amici”, ma il gesto della televisione belga che nasconde la notizia perché “legata alla nazionale francese” davvero non è un bel gesto. Per la stampa, per lo sport e per l’obiettività nel raccontare le cose. Un comportamento che meriterebbe il gesto dell’ombrello. Solo per danzare un po’ intorno a questa notizia.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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