Deve fare un certo effetto trovarsi davanti ad una fila di sedie per leggere una poesia e non c’è nessuno ad ascoltare . I poeti, si sa, sono persone poco empatiche e le poesie le scrivono tutti ma non le ascolta nessuno. Quel poeta, però, era uno particolare: aveva 92 anni e doveva parlare del bombardamento della notte di San Lorenzo accaduto a Roma, quella storia cantata anche da Francesco De Gregori. Inoltre (e non è roba di poco conto) quel poeta era un partigiano. Si chiama Di Maio e non risulta parente del più famoso esponente Luigi Di Maio, in altre faccende affaccendato. Del poeta senza pubblico ne hanno parlato, nello stesso giorno ma in giornali diversi, Massimo Gramellini e Michele Serra. Entrambi nel caffè e nell’amaca hanno raccontato questa storia triste e lo hanno fatto il 25 aprile, giorno della liberazione. Mi ha colpito che i due editorialisti avessero deciso di scrivere del poeta partigiano ma poi, riflettendo, ho pensato che ne avrei scritto anche io: per il pathos, per la bellezza di quella narrazione e per la rabbia. Non c’era nessuno perché l’evento (forse) non era stato pubblicizzato abbastanza, chissà. Non c’era nessuno perché la poesia non interessa, la storia non interessa e la memoria non ci riguarda, come se il passato fosse una montagna che anziché provare a scalarla la si aggira. Beato il popolo che non ha bisogno di eroi, ma beato anche quel popolo che raccoglie i ricordi come le cose più belle da mostrare ai figli. Il partigiano Di Maio, 92 anni, non meritava questo atroce silenzio. Lui, che ci ha permesso di essere liberi, lui che si è trovato davanti a troppe sedie vuote: il nostro terribile nulla.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.020 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design