La polemica su Napoli, sulla criminalità e sui modi di rappresentarla (o di non rappresentarla) ha scatenato moltissime prese di posizione: chi sta con lo scrittore Roberto Saviano, accusatore intransigente e decisamente pessimista e chi sta invece con il sindaco De Magistris che pare si discosti da certe sue analisi di quando svolgeva le funzioni di magistrato. La posizione di Saviano è legata agli ultimi fatti: sparatoria in pieno centro e ferimento di una bambina. Napoli non ha futuro e il sindaco non vuole aprire gli occhi. De Magistris risponde piccato che lo scrittore non sa di che parla e la situazione non è proprio così drammatica. Può essere. Napoli, da sempre, è un immenso teatro a cielo aperto dove tutti hanno sempre una parte da recitare. E se avessero ragione entrambi? In fondo la città è sopravvissuta a tutto e, probabilmente, riuscirà a reinventarsi anche stavolta. Dispiace però che i due napoletani famosi ed importanti non riescano ad analizzare in maniera meno partigiana la storia di una città che è sicuramente allo stremo ma nessuno, in fondo, ci vuole investire qualcosa. Napoli non è solo Massimo Troisi, Eduardo, Totò, Maruzzella, Benedetto Croce e non è solo Raffaele Cutolo, il clan dei casalesi, la paranza dei bambini. E’, piuttosto, una miscellanea di tutto, un po’ come il resto del paese. Stare da una parte o dall’altra non aiuta. Probabilmente è necessario ripartire da concetti semplici e dal provare a capire che è necessario lavorare insieme per provare a risolvere i problemi di una città bellissima, dolcissima, calorosa, allegra ma con qualche ferita di troppo. Saviano e De Magistris parlano entrambi di Napoli. Provassero a fare una sintesi. Non sarebbe male. Per Napoli e per il paese.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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