Se Grillo provasse a spiegare l’operazione europeista e lo facesse con chiarezza e senza troppi giri di parole saremmo tutti molto più tranquilli. Se ci dicesse qualcosa di più su questa storia di avere più soldi (circa settecentomila euro) per l’operazione trasloco da un gruppo ad un altro e del perché questo in Europa va bene e in Italia no, saremmo tutti più sollevati. Se utilizzasse lo streaming, se non utilizzasse il mezzuccio di una democrazia di parvenza (e, visto che siamo in tema, davvero molto ma molto liquida) legata ad una votazione da chiudere in due giorni; se suggerisse ai propri adepti di dire qualcosa di più sensato quando si risponde alle domande che i giornalisti rivolgono ai parlamentari e la finissero di dire che due giorni per capire bastano, perché tutti hanno un cellulare collegato ad internet e basta informasi. Ecco, se qualcuno spiegasse che certe operazioni vanno mediate, comprese, analizzate e che per farle occorre conoscere, studiare e, soprattutto leggere forse, dico forse, quel loro essere così “primi della classe” così “migliori di tutti” potrebbe sicuramente aiutarli. Invece si assiste ad una farsa ormai quotidiana gonfia di silenzi, mezze frasi, parvenza di democrazia, urla contro gli altri per nascondere quelle di casa propria. Insomma, per dirla nel termine sociologico più alto: un bel casino. L’unica certezza sembra essere rappresentata dal vecchio motto “uno vale uno” che, in Europa sarebbe valso 750.000 euro. Ma, a quanto pare non ha funzionato.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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