Quando eravamo piccoli c’era, la sera prima del telegiornale, il mitico Colonnello Bernacca che presentava, con dietro una cartina dell’Italia, le previsioni del tempo mischiando isobare, sacche di alta pressione e freccette che si muovevano. Il Colonnello Bernacca, per me, era come un mago: nel senso che le previsioni erano quasi sempre sbagliate o approssimative, però era difficile avere una controprova. Erano tempi eroici dove tutto quello che diceva la televisione era vero. Bernacca lo infilavano dentro “l’almanacco del giorno dopo”, altra rubrica che amavo moltissimo, come il proverbio del giorno. A quei tempi, direte voi, ci si accontentava di poco. Eppure, a ben vedere il buon Colonnello non ha mai utilizzato frasi roboanti o titoloni da impaurire la gente: freddo polare, morsa di freddo, caldo africano, non si potrà respirare. Il Colonnello Bernacca era in fondo persona saggia e non si agitava il sette di gennaio per dire che, guarda caso, c’era un freddo becco o il 13 agosto per denunciare un caldo equatoriale. C’era un modo di raccontare e spiegare quasi sottovoce. Ci suggeriva bonariamente di portare l’ombrello, di metterci una sciarpa ma che, tutto sommato, a Dicembre e Gennaio fa freddo. Ecco, leggendo i giornali di questi giorni e ascoltando i vari notiziari sembra che la fine del mondo sia ormai vicina. Diamoci una regolata: è gennaio e fa freddo. Io, con quel freddo, uscivo pantaloni corti e calzettoni e mai un’influenza. Giusto per non esagerare.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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