Certo, molti diranno che Murakami non è paragonabile a Bob Dylan. Diranno anche che Dylan, in fondo, ha scritto cose semplici e scontate e che mica si può dare un Nobel ad un cantastorie. Altri ancora osserveranno che non è giusto dare un premio e dei soldi ad una rockstar già ricca di suo, come se il premio Nobel fosse un concorso a premi. Poi ci sono quelli che ricordano tutti i grandissimi scrittori che il Nobel non lo hanno mai vinto e mai lo vinceranno. Diranno che è tutto una mangiatoia, che i parrucconi di Stoccolma odiano i veri scrittori. Diranno molte cose. Anche se avesse vinto Murakami qualcuno avrebbe storto il naso. Anche se avesse vinto Stephen King qualcuno avrebbe gridato allo scandalo. Però la cosa che mi ha lasciato incredibilmente perplesso è la dichiarazione di Alessandro Baricco. Lui non ha mai vinto un premio in vita sua. La spiegazione è semplice: i suoi libri, per sua scelta, non partecipano ai premi letterari. Sicuramente per eccesso di snobismo o perché Baricco ritiene il premio letterario un qualcosa di inutile e che il vero premio sono i lettori. Sono d’accordo anch’io. Per questo sono convinto che semmai un giorno lo scrittore piemontese dovesse vincere il Nobel lo rifiuterà sdegnosamente: perché non ha mai vinto nulla e perché non si vorrebbe mai vicino a Bob Dylan. Però, a ben vedere la risposta è caduta nel vento e io, nel mio piccolo, son felice che quelle canzoni siano nell’olimpo della letteratura. Ci son cresciuto e le ho amate. E non è poco. Almeno dal mio punto di vista. Baricco, almeno spero, se ne farà una ragione.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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