Flavio Briatore
E se avesse ragione lui? Briatore, intendo. Certo, l’ha buttata sul populistico, ha utilizzato metodologie rozze e non proprio con un linguaggio culturalmente alto però, al netto della boutade, al netto della generalizzazione semplicistica, Briatore prova a rispondere a chi, dopo la sua esternazione (i sardi vogliono rimanere pastori) ha gridato allo scandalo contro il nemico continentale. Noi sardi, si sa, siamo permalosi, non ci piace che qualcuno ci venga a dire come dobbiamo agire e cosa dobbiamo fare. Lo sappiamo fare benissimo da soli. Nel bene e nel male. Ecco, la lettera pubblicata oggi sul quotidiano La Nuova Sardegna, a firma di Flavio Briatore, ci racconta che qualche riflessione dovremmo pur farla dopo aver rimandato al mittente alcune frasi sicuramente maldestre dell’imprenditore piemontese. E’ una vecchia storia che parte sicuramente da lontano: (magari, come qualcuno ha ricordato, la colpa è dei piemontesi) da dinastie di colonizzatori che usarono quest’isola come granaio, scorta di carbone, eroi per una guerra non nostra, ma comunque santificata. Però negli ultimi cinquant’anni le scelte scellerate, la continuità territoriale, l’abbandono massiccio della cultura (“Non sono certo io che ha lasciato marcire per anni in uno scantinato i giganti di mont’e Prama,” scrive Briatore. Come dargli torto?) non sono state scelte immuni da personaggi sardi DOC che hanno visto nella Sardegna – la loro terra- solo il modo per fare quattrini, fregandosene bellamente di quella “sardità” che accampano a parole. Fatevi un giro tra certi sardi: di loro dovremmo avere paura, non di Briatore.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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