La visione del mondo del Mauro Pili ultima maniera io me la raffiguro come un’amichevole calcistica mai giocata: Sardegna-Resto del mondo.
Da una parte ci siamo noi, i sardi; dall’altra i poteri forti coalizzati contro i sardi, sparsi nei cinque continenti del pianeta. Ogni giorno una congiura, un complotto, una sinergia di forze malefiche per danneggiarci, depredarci, attentare alla nostra immagine. Lui, Pili, le denuncia tutte, sempre a cavallo tra i ruoli di politico e di giornalista con lo scoop nel sangue. Ricorderete certamente la foto del battello giallo diffusa in estate: secondo l’ex governatore una chiatta intenta a trivellare le coste della Sardegna, secondo il resto del mondo un normalissimo battello disinquinante.
L’altro giorno Pili ha lanciato l’allarme sulla moria dei cavallini della Giara. Allarme non nuovo ma ciclico, poiché si ripete ogni pochi mesi da un certo periodo a questa parte. Questo allarme è finito con toni da catastrofe ambientale in un abbondante servizio del Tg5 serale, edizione di mercoledì scorso. E fin qui non ci sarebbe nulla da dire e la preoccupazione sarebbe più che condivisibile.
Senonché, il giorno dopo, La Nuova Sardegna ha pubblicato un articolo sulla questione, intervistando tutte le autorità titolate ad esprimersi sul caso: il sindaco di Gesturi, il responsabile del servizio veterinario della Asl, il capo della vigilanza territoriale. Nessuno ha ravvisato alcun allarme e, anzi, il capo dei veterinari ha parlato di 130 nascite di cavallini contro trenta decessi, tutti imputabili a cause naturali.
Naturalmente Pili ha replicato alla sua maniera, gridando alla censura e pubblicando altre foto di cavalli morti o feriti che, però, non dimostrano nulla.
Se il massacro è vero, Pili porti prove documentali e spieghi il perché tutte le autorità territoriali mentono. Se questo non fosse possibile, bisognerà prendere atto che una campagna mediatica di vastissima eco, originata da una denuncia dell’onorevole Pili, ha danneggiato ingiustificatamente la Sardegna, squalificandone l’immagine.
Sarebbe un autogol. Un autogol di un difensore maldestro, troppo energicamente impegnato a difendere la porta dei nostri nell’amichevole Sardegna-Resto del Mondo.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design