È andato tutto secondo le regole e la volontà popolare. Non ci sono state contestazioni, a parte i ridicoli sospetti sulle matite copiative, i timori di brogli si sono rivelati nient’altro che deliranti manifestazioni del classico e triste complottismo italiano che permea ogni nostro ambito d’azione, dallo sport alla politica. La democrazia ha funzionato in maniera esemplare e non è bastata a Renzi la sovraesposizione mediatica per avere ragione di una netta maggioranza, che lo ha chiaramente sfiduciato. E Renzi, contrariamente a chi pensava che avrebbe fatto il furbo, ha preso atto della sconfitta e si è dimesso. Dovrebbe dimettersi anche dalla segretaria del Pd, perché ha portato alla sconfitta anche il partito che rappresenta. L’esito del referendum è stato limpido e lineare, il risultato quello annunciato dai sondaggi e le conseguenze politiche quelle previste. Non ci sono stati imbrogli, non ci sono state ambiguità, ognuno ha potuto esprimere liberamente la propria opinione, ci sono vincitori e vinti. L’Italia stavolta ha funzionato. Ora veniamo alla Sardegna, dove il No ha trionfato con una maggioranza più schiacciante che in ogni altra Regione italiana. Valendo per Francesco Pigliaru lo stesso principio che ha determinato le dimissioni di Renzi, ci si aspetta che il presidente della Sardegna ammetta la sconfitta e si dimetta anche lui. Si è battuto per il Sì, è stato travolto da una risposta che è una inequivocabile dimostrazione di sfiducia nei suoi confronti. Siccome non si può governare contro le maggioranze, ci aspettiamo che da persona responsabile ne prenda atto. Così da contribuire anche lui alla vittoria della democrazia odierna.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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