Non smetterò mai di meravigliarmi abbastanza della capacità che ha il Potere, quello nudo e crudo, fondato sull’egoismo e sulla avidità come unico sentimento, di essere impudico e ambiguo, di apparire e scomparire come Giano Bifronte, di riuscire a balzare indifferentemente al di là e al di qua della barricata, di fingersi vittima quando è carnefice, di essere contestatore di se stesso con la maschera del paladino dei poveri e della gente, con la spada e con la croce, di fare affarismo becero e oscuro gridando pane e libertà per tutti, con il piffero in bocca e con la frusta e il mattone nella mano sinistra. E non smetterò mai di meravigliarmi nel vedere il codazzo popolare inneggiare imbelle e corale al ghigno feroce e satanico degli ennesimi predatori della terra, delle risorse, del lavoro, della cultura, del futuro, di donarsi anima a corpo ai nuovo carnefici, di aprire braccia e gambe agli eroi senza macchia apparente, in un esorcismo dove gli uni dicono furbescamente, sondaggio alla mano, le cose che gli altri vorrebbero sentirsi dire. Una catarsi collettiva di voci e rabbia e compiacimento sottaciuto mentre ingenui in buona fede annaspano confusi, e mentre si gonfia, smisuratamente, l’ego di quel potere bifronte e biforcuto.
Mi sento come Laoconte, scagliando frecce alla pancia sorda del cavallo di legno, urlando a vuoto concretezza e ragione all’obbiettivo.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo.
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