Seconda serata senza troppi sussulti con tre parole chiave: “donna, vita, libertà”. Fanno parte del monologo della ragazza iraniana che ha ricordato una cosa tremenda: in Iran la musica non è un diritto e non si può ascoltare. Con tutta la musica che potrebbe girare intorno la vita potrebbe essere migliore.
Era la serata di Giorgia (è sempre la serata di Giorgia, in questo paese) e invece la Giorgia canora ha sbagliato la canzone: parole scritte male anche se cantate bene. Ma basta? Servirà per arrivare almeno al podio? Non lo so. Si prende un 6 e mezzo di stima, solo per la voce ma la canzone è deludente. Ha aperto le danze Will (ma nomi normali questi ggggiovani no?) E, devo ammettere, non è male. Sempre con un cantare strascicato (ma anche basta) e con autotune (basta anche con questo) però è molto radiofonica e merita quasi la sufficienza. I Modà fanno i Modà e Kekko miscela musica e parole restituendo sempre lo stesso prodotto già sentito troppe volte. Era un testo sulla depressione, risulta un testo deprimente. Da quasi cinque.
Sethu (senza accento, mi pare) voce non male e molto radiofonica ma il testo si contorce sempre intorno al proprio ombelico. Diciamo sei meno meno ma non di più.
Gli articolo 31 hanno costruito una bella canzone, un testo molto interessante, ben interpretato e il ritornello molto J-Ax. Direi che un sette e mezzo se lo meritano e meriterebbero il podio di sabato. Canzone che passerà moltissimo in radio. Così come molto radiofonica è quella cantata da Lazza. Cenere è un bel pezzo, cantato abbastanza bene e raggiunge, per me, il 7.
Altra delusione Colapesce e DI Martino. Potevano fare e dare di più. Poco iconici e troppo uguali a loro stessi. Raggiungono appena la sufficienza. Su Shari non so come comportarmi: se dovessi giudicarla per il look sarebbe da tre, leopardata dalla testa ai piedi in puro trash. Però la canzone mi ha colpito. Siamo, anche qui, intorno al proprio ombelico però è fresca e quasi originale. Diciamo che è da risentire e, per ora 6 meno meno.
Dopo Elodie e Giorgia credo sia la terza regina e si è presentata con un testo bellissimo, una musicalità eccezionale ed un’interpretazione davvero gigantesca: da podio e con buone possibilità di Vittoria. Parlo di Madame: per me è un 8 tondo tondo che può solo aumentare. Anche Levante ha una bella canzone e ha tirato fuori un’interpretazione originale. Il suo ritornello: “Vivo un sogno erotico, la gioia del mio corpo è un atto magico” rischia di diventare il tormentone pari a “con il culo ciao”. Sette e mezzo, ben meritato. Su Tananai un inciso: se scrivi “eravamo da me, abbiamo messo i Police, era bello finché ha bussato la police” significa che non hai nulla da dire e quando più avanti cambi la seconda strofa lasciando i police e la rima la trovi con: “ridevamo di te che mi sparivi nei jeans” meriti un due per il testo (lo merita Paolo Antonacci) e un sei per l’interpretazione. Risultato 4 tondo tondo. Rosa Chemical ha come autore Paolo Antonacci (lo stesso di Tananai e, per inciso figlio di Biagio e nipote di Morandi). Questo testo è simile nella ricerca delle rime però Rosa Chemical gioca tra Renato Zero e Achille Lauro e trova il bandolo della matassa cantando bene. Pezzo che passerà in radio ma non è una grandissima canzone ma ha una bella interpretazione, pulita e convincente. 6 meno meno. Riascoltato raggiunge la sufficienza. LDA canta un pezzo “facile facile” orecchiabile, ben interpretato, parole ben scandite e quasi “un classico sanremese”. Per essere il più giovane del festival mi aspettavo qualche rischio in più. Non raggiunge, per ora la sufficienza: 5 e mezzo. Ultime a salire sul palco sono Paola e Chiara, le due sorelle “vamos a ballar” erano attese per un pezzo pop e iconico. Sono passati molti anni e loro erano sparite. Ripartono da Un vamos a ballar modificato in “furore” nella speranza di molti passaggi radiofonici. Potevano essere gli Abba, sono rimaste Paola e Chiara, solo un po’ invecchiate. Valgono cinque meno meno.
Detto questo nel podio virtuale (e molto personale) rimangono in tre: Elodie, Madame e Marco Mengoni. Se non siete d’accordo parliamone. Dal mio divano è tutto! A Domani.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.019 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design