di Maria Dore
Ho provato in tutti i modi a non fare di Walter Vetroni il personaggio di questa rubrica. Veltroni era ieri sera a Sassari per il festival “Sulla Terra Leggeri”. Politica, scrittura, cinema, programmi tv. Di tutte queste cose in cui si cimenta, nemmeno una mi interessa granché. E qualcuno tra voi saprà meglio di me cosa abbia fatto Veltroni. Avrete letto i suoi libri, visto i suoi film.
Ma allora perché Weltroni è il personaggio del giorno? Primo: le circostanze di questa giornata non mi hanno aiutato. È morta la Marzotto e io manco so cosa facesse nella vita. Walter invece di cose ne fa tante. E mi ritrovo a parlarne perché nonostante non stimi la sua poliedricità, una cosa mi ha fatto riflettere mentre raccontava del suo libro. Valter non parla di politica. Due volte sindaco di Roma, Segretario di partito, Ministro per i Beni culturali e ambientali, vice presidente del Consiglio dei ministri, deputato. Ma Walter non vuole parlare di politica. O meglio, non vuole parlare di politica italiana, a meno che non si tratti dei bei tempi che furono. Quando gli viene chiesto come mai dopo Berlinguer ci sia toccato Renzi- sbarcato in Sardegna pure lui- risponde che lui è lì per il suo libro.
Certo, si tratta di un festival letterario. Ma, Walter, così mi pare troppo facile, troppo comodo. Non puoi metterti a parlare di precarietà della vita, dell’assenza di memoria storica, della destra che avanza, di Trump e poi fare il gioco delle tre scimmiette quando senti pronunciare “PD”. Se ti commuovi parlando del precario che ti è venuto a prendere all’aeroporto, come fai a non dire nulla, che so, del Jobs Act? Sei pure un giornalista, ora che mi sovviene.
Ok, è un festival letterario. Allora evita di usare il sintagma “piuttosto che” con valore disgiuntivo come hai fatto per ben due volte.
Il secondo motivo di Walter come personaggio del giorno è citare il bell’incontro con Diego Cugia in piazza Tola, quache giorno fa, sempre per lo stesso festival. Anche lui presentava il suo libro, “Un’anima”, a 7 euro e 99 . Il suo editore si chiama Amazon e non Mondadori o Einaudi. Contrariamente a Walter, Cugia non può entrare e uscire dalla Rai quando gli pare a lui o appena ha un’idea da sviluppare.
Capito, Walter?
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