Essere umani è già una condizione abbastanza drammatica, vale per chiunque. Non è necessario avere la patente da poeta maledetto per vivere situazioni estreme: è sufficiente avere sei figli ed essere privi dei mezzi per il loro sostentamento.
Quella mamma avrebbe potuto opporre montagne di repliche al figlio che, dopo aver saputo delle uova di cioccolato che i compagnetti di scuola avevano già ricevuto in dono, gliene chiedeva uno per sé. Avrebbe potuto ribadire obiezioni e giustificazioni tutte fondamentalmente false agli occhi di un bambino e lei non ce l’ha fatta a mettere in piedi un gioco posticcio di consolazione materna. Forse nel suo paesaggio mentale, desolato e stanco, non se l’è sentita di controbattere.
Ha preso per mano uno dei suoi piccoli, lasciando a casa gli altri tre, e spinto il passeggino dei due gemelli fino al supermercato dove ha cercato di cambiare in meglio la vita dei figli. Almeno per il tempo della Pasqua. Quando si è trovata davanti allo scaffale delle uova di cioccolato, probabilmente le si è aperto un varco in un ricettacolo segreto della mente dove paure e bisogni fanno a botte contendendosi il primato, ne ha afferrato un paio e, sacrificando la propria onestà, le ha nascoste nel passeggino. Oh lo so, lo so. Ora quelli armati fino ai denti, costantemente tesi a presidiare il confine tra ciò che è giusto o sbagliato, obietteranno che le uova pasquali non sono un bisogno primario, che il taccheggio è un reato e va punito indistintamente dalla refurtiva, perché nel loro pallottoliere due più due fa sempre quattro. Che, va bene, se si ruba per fame si può chiudere un occhio; se è appetito sono dubbiosi, perché non esiste un’apposita specie entro la quale sistemarlo; se è languore manco a parlarne. Quelli incapaci di allentare la morsa di rigidi modelli mentali, maldestri e inabili nel valutare una situazione estemporanea che esula dal novero della serie contemplata nei loro schemi, dove le categorie sono rigorosamente standard.
Mentre i vigilantes dell’Auchan di Santa Gilla perquisivano la signora, qualche astante ha sguainato il cellulare e chiamato il 113. Gente simpatica, insomma, di quella che trova il coraggio di morsicare solo quando l’avversario è girato dall’altra parte. E poi, si sa, in un luogo dove ci si sbrana l’un l’altro, l’invocazione di sanzioni e forze dell’ordine diventano princìpi costituenti per la sopravvivenza. Quando sono arrivati i sei agenti, fortunatamente più uomini che agenti, che non hanno permesso alla professione di soffocare l’essere umano, impietositi dalla signora hanno infilato le mani nelle tasche e messo 10 € ciascuno per saldare il conto. Quei bambini bisognosi hanno avuto le loro uova di cioccolato.
E così, qualche giorno prima di Pasqua, Cristo è diventato una banconota da dieci euro.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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