pubblicato il 6 giugno 2016
Si sta imbarcando da Livorno quando mi manda su whatsapp l’immagine che campeggia in cima all’articolo.
– Guarda un po’ questi turisti che partono col portabagagli pieno di provviste – mi dice il mio amico sardo
Ingrandisco la foto e osservo attentamente.
In quelle scorte alimentari non ci sono gli inseparabili taralli del fornaio di fiducia portati dalla Puglia, né la ‘nduja indispensabile per avere un po’ di sapore di Calabria anche in vacanza, e oggettivamente difficile da reperire in Sardegna, e nemmeno l’aceto balsamico artigianale, prezioso per un modenese.
Nel bagagliaio di quel Suv ci sono riserve di olio, pasta e sale.
Ma ancora non lo sapete che nei supermercati sardi, come in quelli di tutta la penisola, il prezzo del sale si aggira intorno ai 50 centesimi al kg?
Il problema lampante non è il risparmio di mezzo euro che si può rosicchiare dalla spesa in un discount locale, perché sareste capaci di non mettere i puntini sulle i per risparmiare inchiostro, il vero inconveniente è che a questa abitudine, purtroppo diffusa in una certa minoranza di turisti, fa eco uno sciame di comportamenti abbastanza sgradevole.
Perché spesso sono quelli che in virtù del “siccome pago, posso tutto”. E nella scelta tra il soddisfacimento dei loro piaceri o i diritti di chi di quella gratificazione ritengono responsabile, la scelta va a ciò che è più utile e non ciò che è giusto. Perché sono quelli che arrivano al ristorante alle 16.00 e poi si lamentano se la cucina è già chiusa. Sono quelli che, mentre prendono il caffè al bar, mettono furtivamente in borsa le bustine dello zucchero “ché tanto dopodomani parto e comprarne un pacco per lasciarlo qui non ha senso”. Quelli per i quali fare i camerieri equivale a essere servi e il cliente ha sempre ragione, anche quando ha torto marcio. Quelli che mercanteggiano fino allo sfinimento con un ambulante senegalese, pur di avere lo sconto su un braccialetto da due euro. Quelli che se ci sono da fare 50 mt a piedi per arrivare in spiaggia, la Sardegna non è organizzata. (Come aveva già raccontato Francesco Giorgioni a proposito del signor Ciasullo). Perché sono quelli che portavo via i sacchetti di sabbia dalla Spiaggia Rosa.
Poi è sicuramente vero che in alcuni luoghi di villeggiatura il nostro personale è magari poco preparato, le strutture migliorabili, i prezzi fors’anche esagerati per un’offerta lacunosa che si traduce, talvolta, in un servizio poco professionale e disomogeneo.
Ma tu, che ti porti il sale da casa, queste critiche non te le puoi proprio permettere.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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