Il Personaggio del giorno sono le stampanti di nuovissima generazione, quelle che al posto dell’inchiostro utilizzano polimeri e riescono a creare prototipi in 3D, 4D fino alla quinta dimensione. “Va tutto così veloce” penso mentre guardo la mia Epson wi-fi ed ecco che su internet viaggiano video in cui le stampanti creano prototipi di piccoli oggetti ma anche di intere case costruite pezzo per pezzo, tutto con questi magici macchinari che guardi con lo stesso desiderio e stupore con cui osservavi il gelato uscire da quel beccuccio dal barista e che spirale dopo spirale metteva il cappello al cono di cialda.
È notizia di questi giorni la creazione di “ovaie 3D” grazie a una stampante con “inchiostro” idrogel (sostanza costituita da collagene già utilizzata nell’ingegneria tissutale per riparare organi e tessuti), per una sperimentazione in vivo sui topi, ebbene il risultato è stato che non solo sono state vascolarizzate una volta impiantate, ma le mamme topo hanno potuto anche procreare Università Northwestern, gruppo coordinato dai ricercatori Woodruff e Shah Già nel 2013 sempre grazie a questa tecnologia 3D, furono ricostruiti i vasi sanguigni durante un lavoro interuniversitario facente capo all’Università di Sidney, coordinate dal prof Bertassoni. Allora si ipotizzava come si sarebbero potuti produrre in futuro organi interi. Eccoci arrivati: la bio-stampante ha prodotto genitali femminili che al momento dell’impianto possono essere modificati per adattarsi meglio al corpo che li riceve, questa plasmabilità li pone al limite di un oggetto prodotto da una stampante 4D ovvero quella che coinvolge anche il fattore tempo.
Infatti i prodotti delle stampanti 4D in determinati ambienti, ad esempio l’acqua, cambiano forma, da semplice fustella bidimensionale diventano cubi, da piccoli oggetti trasportabili diventano complementi d’arredo. Pensate quanti mobili Ikea potrebbero essere montati senza fatica e senza frastimi che tanto manca sempre un bullone, anzi IL bullone, quello che serve per tutta la struttura. E infine la quinta dimensione, quella del tempo perpetuo che tradotto in questo caso significa la durata nel lungo periodo, in modo che le informazioni di oggi siano accessibili anche nel lontanissimo futuro. L’Università di Southampton ha portato avanti lo studio di una stampante laser che riversa le informazioni su un disco in vetro, racchiudendole nel quarzo fuso. I dati potranno resistere ad alte temperature e altre avversità, senza deformarsi e perdurando nel tempo, si calcola una conservazione di 13 miliardi di anni. Mica buccia di ciogga. Inoltre la quantità delle informazioni è cresciuta esponenzialmente. Basti pensare che nelle prove sono memorizzati testi importanti, non solo in senso figurato: Bibbia, Magna Carta e Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il tutto compresso nel disco 5D.
Io davanti a queste scoperte che, come nell’esempio delle ovaie riprodotte, daranno una mano a donne che hanno perso la fertilità per varie cause, rimango incantata. Poi torno alla mia realtà vedendo la stampante senza fili, accanto a me. Sospiro perché è arrivata l’ora di montare un mobiletto, dove come sempre, mancherà un bullone.
Sparo pixel alla rinfusa, del resto sono nata sotto un palindromo (17-1-71), non potevo che essere tutto e il contrario di tutto. Su una cosa però non mi contraddico «Quando mangio, bevo acqua. Quando bevo, bevo vino» (cit. un alpino)
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