Il sindaco di Arzachena, Comune della Costa Smeralda, ha firmato nelle scorse ore l’ordinanza che vieta i bagni nel tratto di litorale compreso tra Cannigione e Laconia, due frazioni ad alta presenza turistica. Il mare è inquinato, pare per il solito problema delle fognature che vomitano i loro mefitici liquidi in mare. “Solito”, perché questo guaio si presenta puntualmente da anni e nessuno è stato sinora capace di risolverlo. Quest’anno però la faccenda è particolarmente sorprendente, perché sul lungomare interessato dall’ordinanza è in corso da mesi un accattivante restyling per cancellare quella sensazione di abbandono e degrado che noi residenti avvertivamo da sempre. Ci sono camminamenti ordinati, una piazzetta, pure un pezzetto di pista ciclabile che poi prosegue oltre il cantiere, per un paio di chilometri. Questi abbellimenti sono gradevoli, all’occhio. Credo siano frutto di un finanziamento promesso tre anni fa da Cappellacci, pochi mesi prima delle elezioni regionali: l’allora governatore veniva spesso ad Arzachena perché in quel periodo gli arabi del Qatar si erano comprati la Costa Smeralda e avevano già presentato il loro regolamentare progetto di espansione immobiliare. In uno di questi meeting, Cappellacci promise i soldi per il lungomare di Cannigione. Il cronico problema liquami che colpisce quel pezzo di costa doveva essere la priorità, nell’opera avviata per rendere decente la passeggiata: questo tutti avevamo pensato, per una pura questione di buon senso. E invece i liquami anche quest’anno sono finiti in mare – Abbanoa ha fatto sapere di non essere responsabile del black out – e anche quest’anno quel mare è stato chiuso alla balneazione. Per una comunità che vive di turismo, è un disastro. E quindi Cannigione avrà un lungomare figo e magari si farà pure la festa col taglio del nastro, ma oggi nessuno può mettere i piedi a mollo perché l’acqua è inquinata. Qualcuno obietterà che un intervento non esclude l’altro, che si può curare nello stesso tempo il decoro urbano e il funzionamento delle fognature. Altri ne faranno una questione di competenze e diranno che il Comune non ha responsabilità, nonostante amministri già da quattro anni. Avranno anche ragione, costoro.
Io dico solo che me ne sbatto del taglio del nastro per l’inaugurazione di una piazza e di un lungomare – con articolo a nove colonne sul quotidiano di zona il giorno dopo – se il problema più serio resta irrisolto. Purtroppo però oggi la politica è principalmente spettacolo e riflesso mediatico. È glamour, vive di feste, di spettacoli e dei summenzionati tagli del nastro, sarà anche che tagliare il nastro per inaugurare una rete fognaria degna di un paese civile non sembrerebbe abbastanza glamour a nessuno, figuriamoci in Costa Smeralda.
Un esempio di questa politica-spettacolo, per restare nei pressi della Costa Smeralda, viene da Golfo Aranci, suggestivo borgo marinaro amministrato dal sindaco e consigliere regionale Giuseppe Fasolino. Il 43 enne Fasolino, indubbiamente abile nel gestire i rapporti con la stampa nonché la sua immagine pubblica, negli anni scorsi aveva lanciato una serie di eccentriche iniziative per accrescere l’appeal turistico del paese. Senza badare a spese si erano susseguiti l’allestimento di un museo sottomarino inaugurato da Vittorio Sgarbi, la costruzione di una casa di babbo natale aperta tutto l’anno, la posa in mare di una sirenetta dotata di un meccanismo mobile che, due volte al giorno, avrebbe dovuto far capolino tra i flutti cantando canzoni in sardo agli sbigottiti turisti, le strisce pedonali tinte di rosse impreziosite dalla scritta “Golfo Aranci mon amour”. Ma il pezzo forte della collezione fu l’acquisto di un sommergibile giallo per l’esplorazione turistica dei fondali marini, presentato fastosamente nell’estate del 2013. Anche grazie all’onda mediatica di queste trovate, Giuseppe Fasolino è stato proiettato in Consiglio regionale ed è diventato coordinatore territoriale di Forza Italia nonché un elemento di spicco del centrodestra gallurese. Il sommergibile giallo lo vedete nella foto a corredo di questo post, scattata pochi giorni fa. No, non sta in mare, non s’inabissa tra le onde che dovrebbero essere il suo habitat naturale. Sta sospeso sui cavalletti, in un cantiere navale di Olbia, inutilizzato da tempo. E a nessuno viene la curiosità di sapere se il denaro pubblico investito per il suo acquisto abbia prodotto i risultati annunciati dal sindaco e quante persone, in questi tre anni, abbiano viaggiato dentro il bizzarro mezzo navale. I tagliatori di nastro vivono di feste d’inaugurazione con i loro buffet, i botti dei fuochi d’artificio che si confondono col saltare dei tappi di champagne, sotto lo scintillio dei flash fotografici e l’occhio delle telecamere. Tutto molto bello. Ma la politica è fatta anche e soprattutto di ordinaria amministrazione. Di strade senza buche, di illuminazione pubblica funzionante, persino di fogne che fanno il loro umile ma fondamentale dovere.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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