Il nostro Personaggio del giorno non è ancora maggiorenne, ma è già un valido testimonial della Sardegna. Si chiama Simone Spanu, è nato ad Ozieri quasi diciotto anni fa e frequenta l’Istituto alberghiero di Arzachena. Se abitualmente sfogliate i quotidiani, potreste aver già letto qualcosa sul suo conto. Qualche settimana fa Simone ha partecipato, assieme ad altri alunni della scuola, ai campionati nazionali di cucina di Rimini, dove ha ottenuto una medaglia d’argento, riscosso tanti complimenti e persino l’interesse di professionisti esteri: uno chef svizzero, affascinato dal piatto che ha proposto al concorso, ha telefonato a Simone per congratularsi e per annunciargli che aggiungerà la portata presentata a Rimini alla lista dei primi piatti del suo ristorante elvetico. Qual è questo piatto? Le Panafittas al pomodoro. Un soffritto, brodo di vitello, pane, salsa di pomodoro: una ricetta semplice della cucina sarda, che Simone ha presentato accompagnandola con un saggio in cui ha illustrato storia e caratteristiche di questa saporita pietenza. Non le fanno solo ad Ozieri le Panafittas, ma anche in Gallura: io, ad esempio, le preferisco alla Suppa cuata. Simone ha imparato a prepararle a casa, in famiglia, assistendo alle evoluzioni tra i fornelli delle nonne. È da quelle esperienze tra le mura domestiche che Simone Spanu ha deciso che la sua strada sarebbe stata la ristorazione. Quando, prima di partire per Rimini, mi ha spiegato la scelta di presentare le Panafittas al concorso – Simone è un mio alunno, per inciso – sono rimasto sorpreso dalla semplicità dei suoi argomenti, oltreché della ricetta, ma anche dalla determinazione con cui difendeva la sua decisione. Poteva avventurarsi in sperimentazioni, alchimie, sofismi culinari, strizzare l’occhio alle nuove tendenze della cucina propagandate dai talent show. Invece ha portato il piatto imparato a casa, anche se arricchito da una interpretazione personale nella combinazione degli ingredienti. La medaglia d’argento di Simone, la sua decisione di portare un piatto così radicato nella storia del suo paese, mi suggeriscono una riflessione. Con una certa frequenza mi capita di sentire illustri intellettuali sardi rammaricarsi per la scarsa considerazione dei loro conterranei verso i valori della nostra Isola: i richiami dei modelli italiani sarebbero percepiti come più moderni, più accattivanti, il che spiegherebbe il crescente abbandono dei nostri segni identitari. Questa, a me, è sempre sembrata una solenne sciocchezza. Questa generazione di adolescenti ha perfettamente presente il valore delle proprie tradizioni, ne è orgogliosa e cerca di interpretarle. Semplicemente, questi ragazzi vivono senza conflitto interiore l’essere sardi ed italiani al tempo stesso. Le Panafittas di Simone Spanu, al concorso nazionale di cucina di Rimini, ne sono una dimostrazione.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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