L’altro giorno sono salito a bordo dell’Insula Felix, che è una barca per escursioni turistiche, e mi sono lasciato portare in giro per il golfo di Olbia. Siamo passati accanto alle mastodontiche navi da crociera, abbiamo attraversato i vivai di cozze spingendoci sino alla foce del Padrongianus dove pascolano le mucche e, infine, siamo scesi al vecchio faro, dalla cui banchina ci si può tuffare. Il mare è ancora bello e vien voglia di fare il bagno. Mentre tornavo, ho pensato che se Olbia è una città dalle potenzialità turistiche ancora intatte e sostanzialmente inespresse, il meritò è principalmente di un uomo. Si chiama Saverio De Michele, ha 93 anni e fu sindaco due volte, alla fine degli anni cinquanta e agli inizi dei sessanta. De Michele, nel 1961, dovette affrontare da primo cittadino una bella grana: la proposta dell’Eni di installare nel golfo di Olbia un impianto petrolchimico. Alcuni anni fa lo intervistai (https://youtu.be/Ud8buTGmPvg) e mi raccontò come andarono le cose. L’Eni promise cento posti di lavoro, un’occasione da non perdere per una terra che allora era molto povera. Ma il sindaco e il Consiglio prima di dare una risposta spedirono nella Penisola una delegazione, affinché capisse come andavano le cose dove il petrolchimico già funzionava. De Michele ebbe chiaro che l’impatto ambientale del progetto col golfo della sua città sarebbe stato insostenibile e il Consiglio respinse l’offerta. Chissà se sarebbero nate e avrebbero avuto lo stesso successo l’industria turistica della Gallura e della Costa Smeralda, sorte proprio in quei mesi, con le ciminiere alle porte. E chissà che ne sarebbe stato delle centinaia di posti di lavoro garantiti a Olbia dal settore mitilicoltura.
A proposito. Il sindaco apparteneva ad una famiglia originaria di Taranto, tra le prime ad avviare gli allevamenti di cozze ad Olbia negli anni venti. Più che ringraziarlo per una scelta che alla lunga si rivelò vincente, nei decenni seguenti al vecchio sindaco rimproverarono di aver mischiato in modo discutibile interessi personali e pubblici, in sostanza di aver preferito i suoi vivai di cozze allo sviluppo industriale.
De Michele non era un sindaco comunista, era un comune democristiano. Ma aveva già da allora una sensibilità sui temi dell’ambiente che gli varrà un monumento: quando il tempo, che è quasi sempre galantuomo, gli restituirà tutti i meriti.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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