Cosa c’è di più nobile di un libro? Cosa c’è di più brutale di una dittatura in mezzo a una guerra? E cosa c’è di più rudimentale di una bicicletta che cigola tra le montagne più brulle del mondo?
Il personaggio di oggi è Saber Hosseini. Fa il professore in una città nel cuore dell’Afghanistan, Bamyan, circondata di altopiani desertici che una rete di sentieri sterrati attraversa, perdendosi nel nulla. In questo nulla ogni tanto prende forma un villaggio. In ogni villaggio c’è una scuola vuota, se va bene, oppure c’è una scuola distrutta da qualche ordigno, oppure la scuola non c’è.
Saber, da qualche mese, ha iniziato a raccogliere fondi e a comprare libri per i bambini di questi villaggi. Una volta alla settimana prende la sua bicicletta, fa un carico di libri e raggiunge un villaggio, due, tre, e in ogni villaggio lascia dei libri per i bambini, che senza scuola stanno subendo il drastico calo del tasso di alfabetizzazione del paese.
Saber è un simbolo di cosa sa fare l’essere umano anche nelle situazioni peggiori: sa prendere la speranza, farle fare un giro in bici e accompagnarla tutta impolverata a visitare dei bambini cui la guerra ha tolto di mano le carte migliori.
Saber Hosseini ha deciso di barare, e di rimettere gli assi e le regine nelle mani di quei bambini, sotto forma di pagine stampate.
È una storia piccola e grandissima, su cui non sono in grado di aggiungere niente altro, ma avevo voglia di raccontarla a qualcuno.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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