Chi gravita attorno all’ambiente scolastico, per lavoro o per la presenza di figli, sa che in occasione di interrogazioni ed esami assumono particolare rilievo piccole pratiche scaramantiche atte a indurre un buon esito delle prove.
Ho alunni che, quando sostengono con profitto una verifica orale, insistono per sistemarsi, in occasione delle interrogazioni successive, sempre nello stesso posto e sedersi sulla stessa sedia. Il mio scetticismo si scontra con un muro di gomma quando provo a spiegare loro che, semmai, il merito dovrebbe essere attribuito al tempo speso sui libri e non alla scelta della sedia. Ma, si sa, in quei piccoli rituali portafortuna ci siamo transitati anche noi. Poi siamo cresciuti e, al di là di qualche calciatore che fa il segno della croce prima di entrare in campo, ce ne siamo liberati tutti.
Ma lei no.
Lei è Rosa Celardo, Dirigente scolastico del Liceo delle Scienze Umane e del Liceo Linguistico Niccolò Jommelli di Aversa, che non solo non ha provato a screditare benevolmente le piccole pratiche scaramantiche studentesche ma, anzi, le ha consolidate e ammantate di una connotazione ufficiale.
Nel suo Liceo è passata la circolare n. 193 per convocare i maturandi in un momento solenne e collegiale per chiedere l’intercessione divina all’esame di stato.
“Si comunica ai destinatari in indirizzo che lunedì 30 maggio 2016 dalle ore 12:15 alle ore 13:15 gli alunni delle classi quinte, accompagnati dai docenti in servizio, si riuniranno nell’aula magna per un momento di preghiera in preparazione dell’esame di stato. Nel corso della riunione sarà celebrata la cerimonia “benedizione delle penne”. All’incontro sono invitati anche gli alunni delle classi quinte del turno pomeridiano.”
In buona sostanza si sottrae un’ora di attività scolastica da destinare, invece, a un’ibrida cerimonia a cavallo tra religione e superstizione. Sappiamo tutti che l’organizzazione di rituali religiosi in orario scolastico, oltre ad essere vietata dalla giurisprudenza, è retaggio della riforma Gentile del 1923 e del successivo disciplinamento social-religioso sancito dai Patti Lateranensi e, soprattutto, non pare molto pertinente con gli obiettivi che si prefigge una scuola pubblica laica. E, sottolineo, non tanto a causa della presenza di numerosi e diversificati credo all’interno dell’utenza scolastica, ma in virtù di quella laicità della scuola che dovrebbe essere preservata soprattutto da chi una scuola la dirige.
Ma il pressing ecclesiastico non conosce barriere e si estende anche al di là degli edifici di culto. E, grazie a questa atipica fusione tra chiesa e scuola, agli insegnanti non resta che adeguarsi alla nuova prassi. Perciò fanculo Pitagora e il suo sistema numerico decimale: da domani si comincerà a insegnare la matematica con l’ausilio del Rosario.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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