“Dalla cultura non si mangia”. Credo che Giulio Tremonti si sia abbondantemente pentito di aver pronunciato quella contestata sentenza, che non a a caso qualcuno considera il suo epitaffio politico. Però l’ha detta, avendo il coraggio di affermare quel che altri molti politici pensano ma non hanno il coraggio di ammettere. Le conseguenze sono la poca attenzione per il settore, gli scarsi investimenti, la penuria di personale nei luoghi della cultura e le loro insufficienti retribuzioni. Altrimenti – tanto per fare un esempio – non si spiegherebbe perché io e tanti altri turisti, un paio d’anni fa, abbiamo trovato le porte sprangate al museo archeologico di Cagliari, nel giorno festivo di Sa Die de sa Sardigna. “Chiuso per turno”, ci dissero. Domani, 24 maggio, i professionisti dei Beni culturali saranno mobilitati, in tutta Italia, per ottenere il riconoscimento che meritano. La campagna è stata intitolata #RilanciamoilPaese, proprio per agganciare questo ambito della nostra vita al suo sviluppo economico. Se cercate su Facebook alla voce “Mi riconosci? Sono un professionista dei Beni culturali” trovate tutti i perché dell’iniziativa. Sarà una battaglia di immagini, flash mob, post Facebook e Tweet per ricordare che dalla cultura si mangia, altroché se si mangia. L’Italia è abbondantemente al di sotto del 1.5 per cento del budget del Pil che in media i Paesi europei spendono per la cultura, pur avendo il patrimonio di beni artistici di gran lunga più ricco d’Europa. Il turismo legato alla Cultura, in Italia, ha numeri nettamente inferiori rispetto a quello della Francia e dell’Inghilterra, benché non tema il confronto in fatto di monumenti. Per chiudere il cerchio e non scivolare sulla solita antipolitica, nel 2015 il 68 per cento degli italiani non ha visitato un museo e il 56 per cento dei nostri connazionali non ha letto un libro. La nostra politica, come sempre, rispecchia noi.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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