Io al referendum ho votato No, però allo show di Paola Saulino non ci vado. Sarebbe quella che vuole ringraziare con la bocca tutti coloro che hanno votato per conservare intatta la Costituzione. Fa un tour in Italia e in questi giorni c’è una tappa sarda. Una serata anche a Cannigione. Mi immagino gli arzachenesi, popolo piuttosto sarcastico. Staranno già organizzando dei pullman. Non per farsi “ringraziare”, piuttosto per prendere per il culo (metaforicamente), più che la ragazza Saulino, l’inevitabile quantità di coglioni che si presenteranno allo show con il tirabusciò già in punta di braghetta. Qui la politica non c’entra. Io da questa Madonna (la cantante) dei poveri non ci vado per mille motivi che non sto a dire per non fare il moralista. Il principale però è la tristezza. E qui un po’ di moralismo mi scappa. Come la pipì. Ma cosa volete, non ho più la vescica di un giovanotto. Mi riferisco al fatto che questa Saulino potrebbe essere mia figlia. E non fate spirito di patata. E’ un’espressione idiomatica per dire che sono molto più vecchio. E quando ho visto il suo profilo Facebook, ho letto e sentito le sue battute, ho visto le sue foto, mi sono sentito un po’ malinconico. E non ditemi che, in quanto vecchierello, sono come la volpe di Esopo che non riesce a raggiunge i grappoli dell’uva e allora li disprezza: “Omfakés eisin”, sono acerbi. Non in questo caso. Mi capitò di visitare il quartiere a luci rosse di Amsterdam, quello con le vetrine dove dei manichini vivi in immagine femminile offrono ai passanti la merce che si vende in quei negozi. Erano ragazze che – alcune con un sorriso di plastica pietrificata, altre senza neppure nascondere noia e angoscia – ripetevano tutte, ossessivamente, un movimento: ondeggiavano il ventre avanti e indietro mimando un coito. Ogni vetrina, ogni ragazza, lo stesso movimento ininterrotto, sino a quando un turista si staccava dal gruppo, suonava il campanello di una porticina accanto e allora sulla vetrina per qualche minuto si chiudevano delle tende. Poi, mentre il turista usciva rimettendo in tasca il portafoglio, le tende si riaprivano e la ragazza, immagino dopo un rapido bidet, riprendeva quella mossa. Che modo allegro di fare sesso. Mi chiedevo che cosa mi ricordasse quel movimento e alla fine mi accorsi che era simile all’ondeggiare ritmico degli elefanti in gabbia, quando impazziscono per la cattività prolungata. Sono tutte prigioniere le ragazze così, anche quelle, poche, che non hanno protettori o schiavisti e si illudono di vendersi per libera scelta. Io non ce l’ho con la Saulino e non voglio paragonarla alle donne in vetrina di Amsterdam. Sono certo che si tratta di cose diverse. Volevo soltanto dire che, per motivi inconsci che non riesco a esplorare, la botta di tristezza che ebbi in quel quartiere è simile a quella che ho adesso apprendendo di questo divertente e spiritoso tour post referendario. Facendo una rapida ricerca sulla Saulino, della quale tralascio le motivazioni politiche per le quali lei era così favorevole al No, peraltro dall’originalità e acume simili a quelli delle Miss Qualcosa che vogliono la pace nel mondo, mi sono imbattuto in un servizio delle Jene che semina dubbi sulla reale intenzione della stessa di portare a compimento la massiva promessa. Me lo auguro, dice che vuole fare l’attrice e quindi si vuole fare conoscere in giro. Auguri, ma magari frequentando una scuola di recitazione otterrebbe un pubblico più selezionato, con minore presenza di sfortunati che di un pompino non apprezzano l’aspetto che lo rende una cosa davvero gradevole: la condivisione del piacere da parte di entrambi i soggetti che partecipano all’atto. Se su quella nutro dubbi, preferisco fare la vecchia volpe: “Nondum matura est” (nella versione di Fedro).
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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