Io penso che se davvero – e dico davvero – questa giunta regionale riesce a mettere le cose in maniera tale che intorno al 2020 nella nostra isola arrivi il metano, sarà meritevole di comparire in un aggiornamento della Storia della Sardegna di Raimondo Carta Raspi. Cito questa anche se è difficile che Carta Raspi la possa aggiornare perché è morto una cinquantina di anni fa. Ma è il manuale più popolare, quello che compare in tutte le case dove c’è una libreria. E quindi è giusto che dopo lo splendore dell’era nuragica e la grandezza di quella giudicale, nel Carta Raspi compaia anche il terzo evo che come quegli altri due ci renderà parte del mondo civile: l’era del metano. Io quando sento parlare di ruolo e potere alle classi politiche regionali, mi agito. Penso che in Italia il peggio in ogni senso, compreso quello etico, sia stato mostrato dalle Regioni. Così come il meglio, spero di non sbagliarmi, è stato dato dai Comuni. E quindi anche parlando di Sardegna ho molta diffidenza di una classe politica che in tutte le sue multiformi espressioni amministrative non ha neppure tentato di risolvere nelle ultime decine di anni i tre problemi che di riffa o di raffa sono quelli che ci tengono ancorati ai livelli bassi. E scusate il qualunquismo, ma quando sento fare tanta filosofia su autonomia, sovranismo e balle varie, mi chiedo se io sia l’unico imbecille in Sardegna convinto che la nostra zavorra sia fatta da: 1) costo dell’energia per aziende e privati; 2) collegamenti con il Continente e con tutti gli altri continenti; 3) distribuzione delle risorse interne, intendendo soprattutto un cagliaricentrismo che azzoppando le altre gambe finirà per fare cadere tutto il tavolo. La differenza tra noi e il resto del mondo riguardo all’energia, è evidente. Produrre in Sardegna ha costi tali da impedire lo sviluppo di qualsiasi tipo di industria, anche di quella basata sulle mitiche “risorse locali”. I nostri politici non hanno mai seriamente tentato di ridurre questo divario pretendendo uno sgravio dei costi sostenuto dallo Stato o, quando in Italia si è diffuso il metano, pretendendo a qualsiasi prezzo l’immediata metanizzazione dell’Isola. Quindi se questa svolta ci sarà e se avverrà prima che il metano diventi una fonte energetica superata, può definirsi storica. Resteranno da rimuovere gli altri due massicci sostegni da ombrellone legati ai piedi della Sardegna: trasporti e accentramento delle risorse nel sud dell’isola. Per quest’ultimo, tra città metropolitana a Castello e desertificazione nel resto dell’isola, non mi sembra che tiri aria pura di montagna. In quanto alla continuità territoriale, credo che questa giunta abbia tenuto dignitosamente alta la bandiera dell’inconcludenza di tutte quelle che l’hanno preceduta. Ed ecco spiegato perché quando sento parlare di delega di potere alle Regioni, mi viene la tremarella.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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