E io lo so che ora sarò iscritto d’autorità nel registro degli ignoranti. Perché aggiungermi all’elenco di quelli in malafede mi farebbe credito di un barlume di intelligenza. E poi, malafede: perché? Io, salvo il desiderio di viaggiare in aeroplano spendendo quanto meno possibile, non ho alcun interesse personale nei confronti delle compagnie aeree, che siano low o high. Il fatto è che oggi scelgo come personaggio del giorno l’assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana per la sua intervista alla Nuova Sardegna. Dove il giornalista Luca Roich, con tutto il distacco che un bravo intervistatore come lui sa mantenere, riporta questo concetto dell’amministratore pubblico: sono le leggi ad andare contro Ryanair e chi dice il contrario lo fa per ignoranza o per malafede. Non ho difficoltà ad ammettere la mia ignoranza, ma questa storia delle leggi mi richiama alla mente un altro importante appello alle giuste regole compiuto in questi giorni. E cioè il ricorso alle severe norme sulla privacy vigenti in Egitto da parte dei rappresentanti di quello Stato che non hanno voluto fornici alcune risultanze delle indagini sulla misteriosa morte di Giulio Regeni. E dicendo “misteriosa” non voglio fare dello spirito sulla memoria di un martire italiano ma dell’ironia molta amara sulla impudicizia di ogni ragion di stato. Io non voglio paragonare l’assessore Deiana agli inviati in Italia dal governo egiziano, perché di questi ultimi penso che avessero qualcosa da nascondere, mentre di Deiana non lo penso. Tuttavia il fatto di dire “le leggi sono così” per parlare in senso risolutivo di un fatto enorme, non mi convince in entrambi i casi. Perché per noi la questione Ryanair è un fatto enorme. Ed è questo che l’assessore Deiana e tutta la nostra classe politica regionale ancora non hanno detto. Hanno parlato di aumento del 2,5 euro delle tasse aeree, hanno proclamato che lo vuole l’Europa, hanno descritto aeroporti virtuosi e altri meno nell’ambito del nord dell’isola, hanno ricordato che le regioni non possono sovvenzionare i low cost e che possono farlo solo le società di gestione, aggiungono che le direttive della Ue disciplinano gli aiuti a queste compagnie. Insomma, un sacco di considerazioni giuste che creano una grande cortina di cose vere davanti a una più grande verità: la classe politica regionale non è mai riuscita ad attuare neppure un accenno di continuità territoriale. Non ha fatto viaggiare i sardi in tanti e a basso prezzo come Ryanair è riuscita a fare. E’ arrivata una compagnia che ha dato questa svolta storica al nostro modo di intendere i rapporti con ciò che c’è oltre il mare e i nostri politici non riescono a a tenerla qui, arrendendosi a leggi che non tengono conto della peculiarità drammatica della nostra condizione di isola unita a una grave situazione di crisi, anziché chiederne altre, di leggi, con la forza e la determinazione dovute. Non è un problema di territori diversi, non basta dire che “Alghero si salverà”. Io voglio che ogni sardo che per scelta o per necessità deve andare a lavorare a Londra o Berlino possa tornare a casa ogni volta che lo desidera, anche un sabato sì e uno no, pagando una manciata di euro. Già, perché Ryanair in questi anni ha contribuito più della Regione e di ogni circolo di sardi all’estero a fare quasi scomparire la figura dell’emigrato infelice perché costretto a recidere le proprie radici. E voglio che ogni sardo che ha bisogno di una biblioteca di Parigi per un dottorato, o vuole raggiungere un teatro per un’opera che mai arriverà nei nostri teatri, o in museo o vivere per un fine settimana la vita di una capitale di un’altra parte del mondo, lo possa fare anche se non è ricco. Ryanair ci ha abituato a tutto questo e ci ha anche guadagnato soldi, indubbiamente. Ma noi ormai non ne possiamo più fare a meno. E se voi politici sardi non riuscirete a conservarcelo avrete fallito nella funzione più importante che il governo di una grande isola possa svolgere, quella di unirla al resto del mondo.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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