Sardegnablogger torna in diretta dopo quindici giorni di trasmissioni registrate e abbiamo qualche arretrato da recuperare, perciò il Personaggio del giorno di oggi risente di questo sfasamento temporale. Me ne scuso con i lettori, ma preciso che la cosa è del tutto dipendente dalla mia volontà. Veniamo al Personaggio. Marta Vacondio Marzotto ha lasciato questo mondo il 29 luglio. Per tutto questo tempo – anzi: da sempre – mi sono chiesto cosa avesse di particolare la contessa per essere sempre al centro delle cronache, quali meriti ne abbiano decretato l’inossidabile fama da sessant’anni a questa parte. È certamente un mio limite, una mia incapacità di comprendere la realtà se io una spiegazione vera non riesco a darmela. Ho letto i coccodrilli apparsi sui giornali il giorno dopo la scomparsa della Marzotto. Tutti ricordavano le umili origini, l’infanzia sfortunata, il matrimonio da favola col Conte Marzotto, gli amori tormentati con artisti e intellettuali chiacchierati e il titolo di stilista e poi di “regina dei salotti”, che non ho mai capito bene cosa significasse ma credo indicasse la sua sala da pranzo sempre gremita. Cosa avesse prodotto di suo, di originale, io non l’ho mai saputo. Però quasi tutti i giornalisti hanno sempre parlato di lei con toni benevoli, come una cui dovessero riconoscenza. È evidente che qualcosa mi sfugge. Ho alcuni ricordi personali della Marzotto e quello più nitido risale all’estate di dieci anni fa. Dieci anni fa ma era un altro mondo, se è vero che dal Consorzio Costa Smeralda ci convocarono a Porto Cervo per assistere ad una conferenza stampa di Moutassam Gheddafi, turbolento figlio del colonnello libico. Non avevamo idea di cosa Gheddafino avesse da dire ai giornalisti sardi, posto che il ragazzo si era sempre distinto nelle sue vacanze a Porto Cervo per intemperanze e smargiassate: incidenti sulle sue fuoriserie, scazzottate al Billionaire, contestazioni per i conti da pagare. Arrivai in piazzetta nel tardo pomeriggio e al tavolino del bar, nella terrazza dell’hotel Cervo, trovai un gruppetto di inviati seduti attorno a Marta Marzotto, che con ampi gesti delle mani anticipava i contenuti di quell’incontro. Per arrivare a Moutassam bisognava passare da lei – i rapporti tra i Marzotto e la Libia erano noti – ma Moutassam ancora non si vedeva. La Contessa raccomandava un atteggiamento deferente verso il figlio del dittatore e fu particolarmente aspra nel rivolgere l’invito ad un corrispondente noto per la sua esuberanza. Costui aveva osato chiedere notizie su uno scontro automobilistico di cui Gheddafino era stato protagonista poche sere prima, quando aveva speronato con la sua la sua Lamborghini una Mercedes guidata da un anziano tedesco: la Marzotto spiegò che era tutta colpa dell’altro e non era il caso di insistere sull’argomento. Ci vollero due ore prima che il giovane Gheddafi ci ricevesse, nella sua disordinatissima suite del Cervo. Il ragazzo, alto e muscoloso, era fresco di doccia, ma appariva piuttosto confuso e biascicava una parola ogni quarto d’ora. Insomma, non sembrava in grado di pronunciare un discorso e spiegarci per quale motivo ci avesse convocati. E allora fu la Marzotto a prendere in mano la situazione, interpretando non si capiva bene come il pensiero di Moutassam. Per farla breve Gheddafi junior voleva dirci che la Libia era molto più bella della Sardegna e invitava dunque i turisti a visitarla (poi sappiamo com’è andata a finire). Ma tutto questo uscì dalla bocca della contessa. Il giorno dopo, i giornali ben pochi particolari contenevano sugli aspetti più imbarazzanti di quel bizzarro incontro. Ecco, più che ad una genialità dubbia forse a questa attitudine deve la sua gloria terrena Marta Marzotto. E cioè alla sua capacità nel gestire le pubbliche relazioni, nel saper abilmente mediare tra i potenti che frequentava e chi aveva bisogno di raccontarli, alternando maniere dolci e qualche sgridata. Marta Marzotto aveva capito tutto della società della comunicazione frenetica e spesso futile, come accattivarsene le simpatie e come servirsene. Ecco, finalmente ho capito perché Marta Marzotto è stata Marta Marzotto.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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