Personaggio del giorno? Dell’anno! E dei prossimi anni. Rassegnatevi, voi che siete persone intelligenti e perbene, a non liquidare con un sorriso e un’alzata di spalle l’osservatore di scie chimiche: sarà il vostro prossimo sindaco. Dalle mie parti, a esempio, c’è un tale che impazza addossando all’amministrazione comunale e in particolare al sindaco le colpe più inique e più lontane dalle sue competenze. Anche oggi lo accusa su Facebook, con miliardi di like, di cose per le quali se il sindaco se ne occupasse verrebbe inquisito per abuso di potere. Aspetto da un momento all’altro un video nel quale lo attacca per il femminicidio avvenuto l’altro giorno a Sassari o per le piogge che disturbano chi vuole andare a passeggio. Ebbene, se questo tale dovesse diventare il prossimo sindaco io non mi stupirei. Lo conosco personalmente, tra l’altro. E’ uno tutt’altro che stupido, è al corrente delle procedure amministrative e sono certo che non crede neppure a un decimo delle cose che dice in queste circostanze. Ha una straordinaria capacità attoriale di mostrare indignazione e altri sentimenti forti su fatti che effettivamente suscitano indignazione. Ma lui riesce a convogliare la responsabilità su chi non c’entra niente: su chi al momento per lui è utile mettere alla gogna. Ci son mille cose per le quali un sindaco è effettivamente responsabile e per le quali può essere attaccato. Dalle fognature alle scelte politiche di fondo. Io a esempio criticherei il sindaco della mia città per non avere proseguito la ribellione contro certi poteri e avere subito un rimpasto di giunta che a mio avviso ha ridotto il suo carisma e l’originalità della sua azione politica. Ma mi ci vedete in mezzo a una piazza, vestito in maniera appariscente, a urlare verso un telefonino che mi riprende roba di questo genere? A usare la parola “carisma” o il concetto “originalità dell’azione politica” rivolgendomi a un pubblico che vuole soprattutto sangue versato sulle ingiustizie che effettivamente ha patito? E non importa se è sangue innocente. In fondo non è la prima volta nella storia che il popolo si incazza e si mette nelle mani dei demagoghi. Quasi sempre personaggi che appartengono allo stesso giro di chi provoca la sua incazzatura. Come avviene in America. Ma anche in Italia quando il popolo esasperato si butta a destra. C’è una vasta casistica la cui parte conosciuta muove da qualche migliaio di anni prima di Cristo. Ma doveva avvenire roba del genere anche prima. Magari noi anziani che ci siamo formati nella cultura del Novecento siamo ancora un po’ perplessi perché non ci capacitiamo che non ci sia più una sinistra responsabile in grado di guidare questo malessere e convogliarlo verso riforme e progresso sociale. Non è una piccola perdita, certo. Magari il primo passo per colmarla sarebbe l’ammettere che questi demagoghi – dal signore tutto sommato simpatico che qui a Sassari attacca il sindaco su tutto, allo stesso Trump (che simpatico non è) – stanno abbattendo oligarchie effettivamente responsabili dello stato di crisi artificioso in cui versa il mondo e che consiste soprattutto in una improvvisa redistribuzione della ricchezza: ingiusta quanto in passato difficilmente si è visto dopo la servitù della gleba. E’ ovvio che personaggi come Trump, Berlusconi o Salvini non vogliono certamente riequilibrare la ricchezza del mondo o dei loro Paesi, ma semplicemente sostituire la attuali élite con altre. Ma è un concetto troppo mediato, estremamente complesso, per poterlo agitare in piazza davanti a un telefonino. E la gente incazzata si accontenta di questo primo passaggio: intanto questo signore buffo che urla sempre fa fuori chi mi affama e poi si vedrà. E chi se ne frega se Trump insulta le donne o qualcun altro dice balle sui negri che ci rubano il lavoro. Il problema, in fondo, è che l’attuale “sinistra” occidentale non si capisce bene cosa sia e se magari, con il cannocchiale rovesciato della storia, tra un centinaio di anni non verrà riletta semplicemente come quello che effettivamente è: cioè una destra che ha preso saldamente il potere sotto mentite spoglie in un mondo dove comanda la finanza e non più la politica coniugata all’economia, quella vera, quella che non toglie lavoro ma lo crea. Io ho una immensa ammirazione per Obama, a esempio, ma i democratici americani (nel senso di partito) sinceramente non mi sembrano la più alta espressione del desiderio di riscatto dai gruppi affaristici che stanno pilotando la crisi mondiale e la ingiusta distribuzione delle sue ricadute tra popoli e classi sociali. E così anche a Sassari: se volete disinnescare quel signore un po’ drôle che imperversa con il telefonino ad accusarvi di tutto, provate voi, signori amministratori saggi, a interpretare e gestire quel malcontento che lui cavalca. E fatelo da politici che stanno tra la gente, tutta la gente, e la capisce molto più dei sondaggisti. Come è sempre avvenuto prima che questo subliminale disprezzo della nuova sinistra verso il popolo la portasse a essere travolta da una destra populista.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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