Lui è un clochard che si porta appresso per la strada la sua vita di dolore. Boris Egorov faceva il medico in Russia, era il primario del dipartimento di pneumologia, prima che la mancanza di una retribuzione dignitosa lo spingesse a scappare nel tentativo di ricostruirsi una vita da noi, in Italia. Arriva a Venezia del ’96 pensando che quei 4 milioni di lire che si era autoinviato prima della partenza gli bastassero a lungo e invece finiscono presto, segnando l’inizio della sua odissea.
Vive da barbone, non ha un tetto sulla testa e non parla una parola di italiano. Ma non si accuccia in un angolo di strada per aspettare degli spiccioli con una mano tesa. Si arrangia come può, con lavoretti temporanei da fabbro, da badante a qualche anziano, prova anche a fare il pescatore. Poi scopre inaspettatamente l’arte di scolpire l’incanto sul volto dei bambini costrunedo enormi bolle di sapone. Inizia a farsi conoscere, diventa un artista e sono tanti i genitori che portano i loro piccoli davanti ai marciapiedi dove lui, con la sua creatività, lascia tutti col naso all’insù e la bocca aperta per lo stupore.
Era a Viareggio Boris, qualche giorno fa, estasiava i bambini come tante altre volte aveva fatto quando improvvisamente arriva lui, il commesso di un negozio alle sue spalle:
– Vattene via, ti devo massacrar di botte? Ti spacco la testa! –
Avrà al massimo una trentina d’anni, una t-shirt e dei jeans aderenti che inguainano con ostentazione un fisico atletico dal quale fa capolino una faccia brutta. Deturpata da quella bruttezza importuna che non lascia posto alla vitalità, all’empatia, alla comprensione. Allarmato da ciò che si discosta da un microcosmo costituito con infiniti pezzetti di mediocrità e incastrati a formare un enorme puzzle di bassezza.
Boris non si allontana, ha quasi ottanta anni ma non si fa intimorire dall’energumeno perché sa di poter confidare nella forza della propria dignità. Non batte in ritirata nemmeno quando quello lì afferra una pompa e gli dirige addosso il getto d’acqua. E’ uno scontro titanico quello che si consuma tra due avversari tanto potenti quanto opposti: la fierezza e la rispettabilità da una parte, la miseria umana e morale dall’altra. L’happy end non è sempre prerogativa delle commedie americane, Boris Egorov e la sua dignità si aggiudicano la vittoria dissolvendo il rivale in una bolla di sapone. Forse non tutto è perduto…
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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