“Io sono di Arborera. In estate, ad Arborea, noi bambini andavamo a pescare nei canali. Un giorno, uno di questi bambini cadde in un canale e morì affogato davanti a noi: aveva 12 anni. Tra i primi ad arrivare ci fu mio padre. Quando il medico disse che per il bambino non c’era nulla da fare, si pose il problema di andare ad avvertire la famiglia. Ma nessuno ne aveva il coraggio. Io con babbo non avevo un grande rapporto, babbo mi avrà accarezzato in tutta la sua vita tre volte. Quella volta mi prese da parte e mi disse: “Lorenzo, ci sono dei momenti in cui un uomo deve esserci. Noi oggi ci siamo”. Ci andammo noi, ad avvertire la famiglia. Io rimasi fuori dalla porta, babbo entrò. Mi ricordo le urla disperate, ma mi ricordo anche il mio orgoglio per essere il figlio di quell’uomo così coraggioso e responsabile. Perché quando ci deve essere, un uomo deve esserci”.
Se ogni tanto vi sfiora il dubbio di non essere dei buoni genitori, se il vostro figlio adolescente vi sfugge ogni giorno di più ma non sapete a chi chiedere aiuto, se non riuscite a fargli capire che esiste tutto un mondo oltre il display dello smartphone, se i vostri confronti finiscono a male parole, vi consiglio di seguire una delle lezioni del dottor Lorenzo Braina, educatore creativo, scrittore e tante altre cose. Vi posso garantire che non vi annoierete e, anzi, difficilmente sfuggirete alle lacrime, non solo di commozione. Braina vi farà ridere di gusto descrivendo i nostri tic di padri e madri nel tempo della realtà virtuale, trascinandovi a sua volta con una risata infantile e contagiosa, che se non fosse così autentica potrebbe sembrare una finzione scenica. Il racconto che ha aperto questa rubrica appartiene proprio al ricco repertorio del fondatore del centro di educazione Crea (creaeducazione.it, nel sito troverete tutto ciò che vi serve) una raccolta calibrata di storie dentro cui è racchiusa la Bellezza del rapporto genitore/figlio. Braina le porta in giro per la Sardegna, queste storie, con convegni, reading e corsi. Non sono monologhi. Sono sedute collettive di terapie per educare a quella Bellezza che ho evocato poche righe più su, quella Bellezza per la quale stiamo perdendo sensibilità e gusto. E allora bisogna fermarsi un momento, prendersi un pomeriggio e farsi portare per mano da Lorenzo verso le azioni e i piccoli gesti che ad un padre e ad una madre non dovrebbero mancare mai e che mai dovrebbero scordarsi di rivolgere e trasmettere ai propri figli. Mai, in ogni caso, rinunciare al dialogo con gesti e parole definitive, sempre lasciare la porta aperta. La convinzione di Braina e dei suoi collaboratori del centro Crea è che con l’educazione si può cambiare il mondo. Se entrate oggi in una qualunque classe delle scuole superiori, sarete costretti a dar loro ragione. Un’ultima storia, tratta dall’aneddotica del nostro Personaggio del giorno. Quella di una madre povera, che aveva piantato nel cortile di casa dei fagioli neri. Solo una fila, tra quelle piante allineate, l’aveva voluta di fagioli bianchi: le servivano per il pranzo domenicale, perché i figli di quella famiglia misera, abituati a pasti uguali per tutta la settimana, potessero sentire in quello scarto cromatico la solennità della festa.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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