Io adesso non vorrei suscitare un putiferio popolare e populista contro di me, ma ho il sospetto che questi che vogliono sempre castrare i negri ce l’abbiano piccolo. Io non è che sia freudiano sino al midollo e che spieghi ogni cosa con l’ancestrale inconscio collettivo e altre storie così. Anzi, sono convinto che persino Freud vada letto sul piano storico. Nel senso che ai suoi tempi il sesso era il principale elemento di trasgressione e quindi molte delle auto colpevolizzazioni inconsapevoli che portavano a sofferenze psicologiche attingevano al contenuto delle mutande. Ma ora i tempi sono cambiati, a trasgredire con il sesso è soprattutto chi lo pratica con qualsiasi forma di violenza, è più roba da codice penale che da psichiatra. Ormai gli strizzacervelli sono schietti, pragmatici. Se gli dici che hai il complesso di inferiorità non ti interrogano sui rapporti onirici che avevi da adolescente con la professoressa di Francese, ti guardano in faccia e ti invitano a stare tranquillo, che non sei malato, sei proprio inferiore. Ecco, però, a proposito di inferiorità, questa faccenda dell’invidia del pene secondo me è una delle poche freudianerie ancora valide. Cioè, Freud di questa invidia ne parlava a proposito delle ragazze che maturerebbero il sentimento in non ricordo più quale fase del loro sviluppo. Io ho sempre rispettato Freud ma questa faccenda non l’ho mai capita bene, anche perché conoscevo ragazze con certe mele appie di scuola botticelliana e certi occhi che quando ci cadevi dentro ci voleva il bagnino a salvarti la vita, che mi chiedevo che cosa avessero da invidiare al mio affarino. Comunque, al di là delle mie perplessità, questa cosa dell’invidia del pene sembra che allora esistesse davvero. E non ci sarebbe da stupirsi se ora fosse diventata proprio una questione che scavalca le differenze di genere per colpire chi ce l’ha piccolo. Non so, me lo chiedo. Non ho mai misurato l’attrezzatura urinario-riproduttiva di un razzista, cioè quelli che se un nero commette un reato di natura sessuale non è che pensano a carabinieri, tribunali, galere e a tutte queste così che a uno vengono in mente in simili circostanze. No, se il delinquente è negro, zac! Boh, dipenderà dalla leggenda che i negri ce l’hanno grande e quindi siccome noi maschi la virilità la misuriamo con il righello Fila, ci sentiamo un po’ frustrati dal confronto con questi privilegiati dalla natura. Può essere quindi che alcuni di noi in realtà non è che siano razzisti o che fingano di esserlo perché in realtà vogliono soltanto cavalcare il populismo di pancia per avere più voti; no, in realtà soffrono perché quei bastardi di negri ce l’hanno più grande di noi e quindi alla prima che fanno, altro che giustizia borghese radical chic: zac! Io adesso spero che qualcuno non reagisca malamente magari inviando a SardegnaBlogger selfie che dimostrerebbero che lui non ha niente da invidiare a nessuno. Non è il caso. Se lo dice ci crediamo. E poi magari non è neppure vero che i negri ce l’abbiano così grande. Un mio amico, noto e stimato docente universitario, una volta mi spiegò che noi bianchi non abbiamo niente da invidiare ai camiti poiché in realtà il cornetto Algida è uguale per tutti, però noi bianchi ce l’abbiamo piantato più a fondo, mentre gli afro hanno radici più superficiali. Quindi sarebbe più una questione di effetto ottico che di sostanza. Va aggiunto che mi disse questa cazzata a bassa voce e sghignazzando a mezza bocca durante un serio e doloroso convegno dove si commemorava una personalità di Sassari da poco scomparsa. Eravamo entrambi al tavolo degli oratori. E il suo microfono era aperto. Ce ne accorgemmo dal mormorio compiaciuto del pubblico e dai gesti disperati che faceva dall’ultima fila la segretaria del convegno. Insomma, sono bei ricordi che io vorrei regalare a questi razzisti che vogliono castrare i negri delinquenti. Se lo fate perché invidiate il loro pirulone di mamma sua, magari aveva ragione il mio amico e consolatevi: è solo un effetto ottico. Se invece l’invidia del pene non c’entra niente e siete proprio razzisti, allora io non è che dico “parole choc del tale e talaltro”, “vergognosa reazione razzista ai fatti del treno di Milano” e altra roba così che voi volete sentirvi dire perché altrimenti non direste coglionate del genere. Io vi dico soltanto andate affanculo.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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